Un Cavaliere per Kolbe
Scritti > Senso della milizia
La forza ostentata dalla massoneria che organizza a Roma manifestazioni anticlericali, è la molla che fa scattare lo zelo di San Massimiliano. Ad un’organizzazione ordinata ed efficiente come un esercito bisognava contrapporre, mutatis mutandis, una milizia che ne sventasse le strategie. E quale condottiero migliore dell’Immacolata, destinata da sempre a schiacciare la testa al serpente infernale? E quale strumento naturale migliore della comunicazione di massa? “Noi siamo testimoni di una febbrile attività diretta contro la Chiesa di Dio, di unattività che, purtroppo, non è senza frutti e che ha a disposizione propagatori senza numero” (→SK 1254). Premesso che “la stampa è la quinta potenza del mondo” affermazione di Napoleone che il nostro santo coglie e fà sua, bisogna allora “che nell'imminente avvenire non ci siano città, non ci siano villaggi in cui non si trovino biblioteche e sale di lettura per libri buoni e riviste, in conveniente numero, a bassissimo prezzo e magari gratuite. Sorgano ovunque dei circoli che si assumano l'impegno di distribuire e di diffondere la buona stampa, e in breve tempo la faccia della terra si trasformerà”→ (SK 1249). San Massimiliano si pone così sulla scia dei grandi santi (da Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, a Giovanni Bosco, a Giacomo Alberione) che hanno utilizzato la carta stampata per la comunicazione di massa.
Nel firmamento delle sue pubblicazioni certamente brilla più di tutte la sua prima creatura, il Cavaliere dell’Immacolata, il Rycerz Niepokalanej, nata con lo scopo di “ espandere l'amore filiale e la fiducia verso l'Immacolata, Regina del cielo e della terra, affinché Ella, Rifugio dei peccatori, regni al più presto possibile”→ (SK 1084), e per “difendere la fede minacciata dall’eresia e attirare alla chiesa le anime” →(SK 1021); insomma “L'idea conduttrice è lo scopo della Milizia dell'Immacolata” →(SK 1083). La rivista nasce a Cracovia nel 1922 (mentre per la crisi economica falliscono i periodici dello Stato), all’insegna dell’audacia e della povertà: 5000 copie, sedici pagine, un avviso dell’amministrazione con cui non si assicura la regolarità dei numeri successivi. Un bell’esordio! Una rivista da vendere per strada, da omaggiare a chi non ha i soldi per comprarla, da offrire a chiunque senza timore di derisione; senza copertura finanziaria (tranne un ignoto donatore che lasciò una busta col denaro necessario per il primo numero su un altare); contando solo sull’Immacolata e sulla propria determinazione. E’ quanto il nostro santo farà a Cracovia come in Giappone, vincendo anche la sua naturale, fortissima ritrosia a... fare lo strillone. Ma, da subito, il giornale cresce. Serve addirittura una tipografia per produrlo in proprio, dove lavoreranno frati e volontari laici, e un convento dove installarla in cui non dia troppo fastidio ai religiosi: il convento di Grodno. Ma già 5 anni dopo la rivista tira quasi 100.000 copie e serve un nuovo spazio.
Nel 1927 Massimiliano inizia il suo capolavoro di apostolato: Niepokalanow, a 50 km da Varsavia, una città che arriverà a contare 762 frati-militi, che vivono in povertà francescana estrema, pregando, scrivendo, stampando, leggendo testi avversari per recensirli, ascoltando dischi, lavorando in tutti i modi possibili per sostentarsi. Qui il Cavaliere si trasferisce, e qui, negli anni immediatamente precedenti il secondo conflitto mondiale, si avvierà alla tiratura-record di 1 milione di copie. I contenuti? Dialoghi apologetici, storia delle apparizioni mariane, divulgazione del rosario e della medaglia miracolosa, confutazione degli errori di quel tempo e svelamento delle trame dei nemici della Chiesa e dell’uomo. Lo stile? Immediato, diretto, senza fronzoli,esplicito, SiSiNoNo. Il nostro santo fece così di Niepokalanow il più grande centro mediale polacco con 9 testate giornalistiche, di cui una in latino per il clero di tutto il mondo e poi … libri, opuscoli, volantini; nonostante il boicottaggio delle cartiere e della distribuzione, e gli aperti attacchi della massoneria. Esisteva già la redazione della stazione radio e si pensava alla televisione, per quanto essa fosse ancora a livello sperimentale, ma la seconda guerra mondiale spazzò via tutto ciò e la vita terrena di Massimiliano. E così negli anni successivi il Rycerz potè vedere la luce a periodi alterni, parallelamente ai terrori staliniani e ai momenti di disgelo della repressione comunista.
Massimiliano promosse con la stampa un apostolato mediatico di massa; lo scrisse e lo disse più volte, indicandone i fini. “Un missionario della penna non calcola i propri risultati dal numero dei certificati di battesimo stampati, ma è un educatore delle masse, forma l'opinione pubblica, attenua l'avversione nei confronti del cattolicesimo, chiarisce e lentamente rimuove dalle menti prevenzioni e obiezioni inveterate, predispone ad un graduale lealtà nei confronti della Chiesa e col tempo, più o meno lungo ad una certa simpatia, alla fiducia, infine al desiderio di conoscere più a fondo la religione. E' una strada lunga, tuttavia un missionario di questo tipo vi conduce non già le singole persone soltanto, ma le masse” →(SK 1193).
E diede direttive editoriali; precise e ancora valide: “far entrare l'Immacolata in masse sempre più vaste; quindi, freschezza di notizie e prezzo modico. … Notizie brevi, ma numerose, e illustrazioni. E soprattutto fare attenzione che le notizie siano le più recenti possibili. Per la distribuzione: fare affidamento più sui venditori ambulanti che sulla spedizione a destinatari singoli”→(SK 606). “Impegniamoci, altresì, a diffondere ancor di più il Rycerz Niepokalanej, il quale approfondisce lo spirito della M.I. e indica come si può agire nel momento presente in conformità a questo spirito” →(SK 1218).
Indicazioni per il presente? Innanzitutto un linguaggio semplice e accessibile. Poi informazione e analisi dei fenomeni che fanno notizia, letti nell’ottica cristiana e kolbiana, da cui scaturiscano linee di azione. Strumenti? Diffusione militante da parte degli aderenti alla Milizia, che nella rivista si identificano, facendone al propria bandiera e della cui promozione fanno un importante strumento di apostolato.
Questa è una grande scommessa che il santo lascia ai militi dell’Immacolata. Questo è l’unico futuro possibile ed utile per una stampa (ed un’associazione) che non voglia scadere nel devozionismo ed intenda incidere nel nostro difficile tempo, di cui San Giovanni Paolo II proclamò patrono il nostro Massimiliano.