Il Martirio di san M. Kolbe apoteosi di un cammino di carità
Scritti > Senso della milizia
Il martirio non si improvvisa, ma è frutto di una tensione e di una propensione al martirio. Al di là del famoso episodio delle due corone vissuto quando era poco più di un bambino, San Massimiliano ha una vera e propria vocazione al martirio.
Come si è preparato ? E' un cammino di amore e di dolore, c'è una progressione nell'amore.
Riusciva ad avere la pace e la capacità di trasformare il dolore in amore sempre crescente. Amore anche per chi gli provocava dolori. Un teologo carmelitano (Jesus Castillano ) paragona il periodo al sanatorio di Zakopane con la notte oscura di Giovanni della Croce, che la definisce il preludio alla fase mistica.
Due periodi abbastanza lunghi, è stato ricoverato fino a qualche mese prima della fondazione di Niepokalanòw, che costituiscono la notte oscura di Massimiliano.
Il Kolbe è un mistico.
Ci sono eventi della sua vita che ci fanno capire che egli ha una vocazione al martirio. Ha vissuto una fase dolorosa già da bambino; povertà, guerra, sofferenza della sua patria e della sua famiglia. Nel periodo 1912-1919 c'è una situazione di dolore interiore legata alla incomprensione dei propri confratelli. E' impressionante leggere le difficoltà incontrate per fondare Niepokalanòw e Mugenzai No Sono.
E' un cammino di croce. Lo stesso Massimiliano parla dell'incomprensione in una sua lettera dal Giappone dell'anno 1931. Il vescovo gli muove delle accuse assurde, ma resta disarmato di fronte alle conversioni. I superiori si chiedono se egli fosse pazzo o santo. Nel 1939 Massimiliano subisce il primo arresto. Un testimone riferisce: " Era completamente innamorato di Dio, Sopportava tutto con gioia". Egli stesso affermava con rinnovato slancio : " L'uomo che evita la sofferenza non sa cosa sia la felicità." Se il martirio è qualcosa che viene preparato, per Kolbe ha un valore essenziale in questo senso il suo affidarsi completamente e totalmente all'Immacolata: " Dovete essere pronti a momenti di oscurità e di sofferenza anche interiori... Ma non dobbiamo avere paura di nulla, confidando non in noi stessi, ma unicamente nell'Immacolata".Il porsi nelle mani di Maria è centrale e non secondario. Il 12 Ottobre del 1939 dal carcere di Amtitz esorta gli altri a donare la propria vita. " Lasciamoci condurre dall'Immacolata" è il motto di San Massimiliano " a Lei appartiene il nostro corpo, affinchè per Lei volentieri si esponga alle sofferenze e alle fatiche" . San Massimiliano ad Aschwitz celebra la santa messa e le confessioni.Sono stati ritrovati dei calici in ferro minuscoli. Era quindi possibile con qualche goccia di vino celebrare la messa, recitando a memoria le parti del messale. Per questo fu anche punito duramente e finì in infermeria. In quei tre mesi nel campo di concentramento, egli fu un faro di luce. Un altro fattore caratterizzante è la preghiera. E' interessante quello che dice e scrive sulla preghiera.
Scrive ai frati dimoranti fuori Niepokalanòw: " Mi sono deciso a tutto, anche a tornare a Niepokalanòw perchè il martirio si può ricevere ovunque. Voglio tornare lì per subire il martirio". In relatà questo non ci dovrebbe meravigliare, in quanto nell'atto di consacrazione all'Immacolata noi diciamo di fare tutto quello che piace a Lei! Ciò però non ci rende esenti dai timori.
Quali sono i cardini, i misteri di Cristo che Egli interiorizza e di cui si nutre?
1) La conformazione a Cristo ( ereditata dalla tradizione francescana)
2) La devozione al Sacro Cuore
3) La tensione escatologica ( pensare al premio) 4) Maturità della preghiera.
Cosa insegna oggi Kolbe: a) Fedeltà alla vocazione, b) capacità di affidarsi, c) é un maestro nel martirio. Per quanto riguarda a) lui ha questa vocazione, francescana e al martirio, e la custodisce, con la capacità anche di cogliere più occasioni di sofferenza. Per b) è l'affidamento che caratterizza i momenti chiave della sua vita, ad esempio l'episodio del primo numero del cavaliere e la busta di soldi trovata, per non parlare della nascità della città dell'Immacolata. c) ci sono martiri che si sono ispirati a lui, 4 suoi compagni martiri (sono 8 in tutto) che muoiono più o meno nello stesso periodo e che oggi sono beati. 2 recentissimi sono i martiri del Perù uccisi da Sendero Luminoso e proclamati beati. Sono stati loro stessi a scrivere che il loro cammino missionario naque da ciò che San Massimiliano aveva suscitato nel loro cuore.
"liberamente tratto da Fra Raffaele Di Muro"
*Trascrizione liberamente prodotta da appunti su una conferenza di P.Raffaele Di Muro o.f.m. Conv. 7 Maggio 2016 Collegio Serafico, Roma.