L'eredità missionaria di san M. Kolbe
Scritti > Senso della milizia
di Leon Benigny Dyczewski o.f.m. Conv ( sintesi)
Oggi la Chiesa deve condurre una doppia attività missionaria: nei paesi che non sono ancora cristiani, l'evangelizzazione ad gentes, e nei paesi dalla cultura cristiana, nei quali più o meno persone vivono lontane da Dio. In varie parti d'Europa, oltre a una nuova evangelizzazione, si impone una prima evangelizzazione. L'esempio perfetto di questo missionario che evangelizza i paesi cristiani e non cristiani è San Massimiliano Kolbe che evangelizza con metodi e mezzi simili in ambienti tanto differenti. Il convento nonchè casa editrice Niepokalanòw, fondato da lui nel 1927, diventò presto la più grande comunità religiosa maschile nel mondo (700 frati) e la più grande casa editrice cattolica in Polonia; e la Milizia dell'Immacolata, fondata da lui nel 1917 a Roma diventò il più grande movimento religioso. Dal 1930 egli annunciò la Buona Notizia alla gente del Giappone con metodi simili. Un mese dopo il suo arrivo a Nagasaki pubblicò in lingua giapponese il primo numero della rivista mensile che, senza interruzione, esce ancora oggi. Il seme evangelico gettato da san Massimiliano è diventato un albero grande e forte. I francescani formati nella spiritualità di san Massmiliano, conducono l'attività missionaria in Brasile, Bolivia, Argentina, Perù, nei paesi di Africa, India e Indonesia. Benchè gli ambienti polacco e giapponese fossero molto diversi, in entrambi l'attività evangelizzatrice di san Massimiliano ha portato frutti. Con cosa lui e i suoi collaboratori hanno guadagnato la simpatia dei connazionali e dei giapponesi, tanto da permettere ai missionari polacchi di rimanere in Giappone durante la seconda guerra mondiale, mentre tutti gli altri cittadini dei paesi alleati dovevano lasciarlo? Inoltrarci in questa ricerca-analisi ci è utile in quanto eredi spirituali che vogliono continuare l'attività evangelizzatrice di San Massimiliano concordemente al desiderio del nostro fondatore: " ogni generazione deve aggiungere la propria fatica e i frutti di tale fatica a quelli delle generazioni precedenti " . Discutere le idee e le caratteristiche dell'attività missionaria di San Massimiliano significa anche indicare le vie di azione ai missionari e ai militi di oggi!!!
1. L'attitudine missionaria
Cristo è il Divino missionario del mondo. Cristo ha fondato la Chiesa che fino alla fine del mondo deve dire e testimoniare Dio. La Chiesa è, perciò, anche un Missionario del mondo. Essa è stabile e "universale sacramento della salvezza" (LG 48). Chiunque crede in Cristo e appartiene alla Chiesa deve avere la sua parte nella salvezza del mondo. San Massimiliano voleva più precisamente compiere il Divino piano della salvezza attraverso l'Immacolata. Questo atteggiamento interiore si espresse già durante il periodo di studi, nel 1917, nel cosiddeto Atto di consacrazione all'Immacolata. In esso rinuncia a tutto per amore di Dio e per gli uomini. Questo pieno affidamento a Dio e per gli uomini attraverso l'Immacolata ha avuto due aspetti importanti: Il primo, voleva convertire tante più persone possibili, tutti senza eccezione, e soprattutto quelli che si erano allontanati da Dio; secondo, che nell'attività evangelizzatrice non poteva contare su se stesso. Contava solamente su Dio, che è la verità, la via, la vita. Grazie a questo atteggiamento l'attività evangelizzatrice di san Massimiliano oltrepassava le frontiere di nazioni e culture. Quelli che si incontravano con lui sperimentavano che voleva solo il loro bene e che era pronto a sacrificare la vita per loro. I Giapponesi pur non comprendendo bene la lingua di san Massimiliano si lasciavano influenzare dalla sua persona, attraverso la quale parlava Dio, permettendogli di pubblicare la rivista, costruire il convento, fondare la scuola e più tardi permettendo ai suoi collaboratori di rimanere in Giappone quando agli altri missionari fu ordinato di lasciare il paese o addirittura venivano arrestati.
2. Positivo e attivo rapporto col mondo e l'ambiente locale
Il compito della Chiesa è rendere coscienti gli uomini dell'esistenza della luce e del bene dal primo atto della creazione. Questa santità è rivelata e rinforzata da Cristo. In questo modo san Massimiliano guardava la Chiesa e il mondo. Riteneva che nel mondo si trova la santità proveniente da Dio. Grazie a essa il mondo si sviluppa, si nobilità, si perfeziona e nel suo processo di ritorno a Dio, dal quale è uscito, sempre più diventa divino. E' una tipica visione francescana del mondo!
La Chiesa si assume il compito dell'evangelizzazione del mondo soprattutto per la fedeltà a Cristo, affinchè individui e nazioni che ancora non l'hanno conosciuto possano più pienamente partecipare all'opera di salvezza. L'attività evangelizzatrice di san Massimiliano era associata con la Cristologia e non con l'ecclesiologia. Il principale motivo della sua partenza per l'Estremo Oriente era il desiderio di testimoniare Dio e di avvicinare le persone a Dio, perchè Dio è la sorgente della felicità. E " se mediante ciò anche una sola anima avesse raggiunto la felicità, tutte le sofferenze e le difficoltà sopportate finora avrebbero un gran valore" → (SK 1182) . La natura Cristocentrica in San Massimiliano della motivazione per l'evangelizzazione sta nel fatto che mentre conduceva la missione in Giappone, egli non sollecitava le autorità ecclesiali per il diritto di organizzare strutture tipicamente pastorali, ma semplicemente evangelizzava con la sua vita; era difficile per lui accettare la divisione delle terre in zone di influenza e lavoro missionario dei singoli ordini e congregazioni. Attraverso la sua attività, voleva costruire non tanto struttutr ecclesiali in Giappone, per portare Cristo, ma anzitutto annunziava Cristo e dopo pensava alla Chiesa istituzionale. San Massimiliano non apparteneva ai tipici missionari di quel tempo che quantificavano il proprio lavoro con il numero delle parrocchie fondate. Non è conosciuto come il dispensiere del battesimo, ma è conosciuto come colui che in ogni momento era pronto a dare la vita affinchè gli altri ricevessero Dio e l'Immacolata. Non sappiamo se ha battezzato anche un solo giapponese, nonostante che durante il suo soggiorno in Giappone ci siano state conversioni di cui lui stesso scrive. Egli desiderava innanzitutto annunciare Dio al mondo e la gloria solenne di introdurre dei convertiti nella Chiesa la lasciava ad altri.
San Massimiliano nella sua visione Cristocentrica dell'evangelizzazione era anche mariologico. Subito dopo Cristo desiderava mostrare al mondo la Santissima Vergine Maria come colei che più di tutte le creature ha realizzato più pienamente l'ideale della santità, che più perfettamente ha realizzato il compito di divinizzare l'uomo. Ella è " l'apice delle perfezioni del creato, la più divinizzata tra le creature"→ (SK 1325) . Proclamava la bellezza morale, la bontà e la potenza di Lei. La mostrava come la più grande, dopo il Cristo, Missionaria del mondo. Maria guida gli uomini a Cristo sulla via più diretta e sicura.
3. La testimonianza della vita
San Massimiliano si rendeva conto perfettamente che la testimonianza della vita è il più efficace metodo per evangelizzare il mondo e lo ha accolto proprio come metodo principale della sua attività evangelizzatrice. La considerava tipicamente francescana ed è costituita da tre elementi: 1) il primato di esempio prima della parola 2) la povertà 3) il saccrificio e la dedizione per gli altri nelle azioni quotidiane. Insegnava che " la santa povertà è un capitale potente che concorre con i più grandi poteri finanziari" e che " nell'attività diretta a convertire e santificare gli altri si opera in modo efficacissimo con la croce, la sofferenza, il sacrificio."→ (SK 982). Nelle società moderne, dove la parola vive una crisi enorme a causa di un suo abuso, si accolgono più volentieri i testimoni che gli insegnanti, e se si ascoltano gli insegnanti è perchè essi sono i testimoni. L'atteggiamento di testimonianza è molto ricercato nell'attività evangelizzatrice per molte ragioni, soprattutto perchè porta via tutti i dubbi da coloro ai quali è indirizzata l'attività e perchè riesce ad avvicinare grandi fasce sociali che oggi sono più predisposte alla secolarizzazione. Forte di questa convinzione il Kolbe così scriveva a padre Floriano Koziura dopo alcuni mesi di lavoro a Nagasaki: " Se dovessimo permetterci una comodità di qualsiasi genere, saremmo addirittura impediti nell'attività. E così chi può ci viene in aiuto, tanto che attualmente il nostro più valido traduttore è il prof. Yamaki, giapponese, un protestante metodista dalla nascita."
4. I moderni mezzi di evangelizzazione
San Massimiliano cercava di prendere quello che portava con sè lo sviluppo della tecnica, i cosiddetti mass media. La novità di San Massimiliano era l'atteggiamento aperto davanti ai moderni mezzi di comunicazione sociale e l'idea di utilizzarli nell'evangelizzazione. Egli apparteneva a quelli che valutavano positivamente lo sviluppo nel settore della comunicazione sociale. Riteneva che tutte le scoperte sono un fenomeno positivo. Esse sono radicate nella sapienza di Dio e lo servono. Se non Lo servono non è colpa delle scoperte ma degli uomini nelle mani dei quali sono cadute che spesso si allontanano da Dio e Gli sono perfino ostili. "Ogni mezzo, ogni ultima invenzione nel campo delle macchine o dei sistemi di lavoro siano messi innanzitutto a servizio dell'opera di santificazione delle anime attraverso l'Immacolata."→(SK1218) Egli si riferiva principalmente alla stampa, alla radio e alla televisione che era nella sua fase iniziale.
Ai collaboratori e ai membri della Milizia dell'Immacolata, trasmetteva in testamento l'indicazione affinchè nell'attività evangelizzatrice approfittassero di "tutto ciò che in qualsiasi tempo si potrà ancora inventare per illuminare le menti e per infiammare i cuori"→(SK 382). San Massimiliano utilizzando i più moderni mezzi di comunicazione sociale, voleva raggiungere il destinatario più lontano, innanzitutto quelli che stavano lontano da Dio o non lo conoscevano del tutto. Con i suoi confratelli andava fuori per le strade, alle stazioni ferroviarie, nelle aree rurali al fine di distribuire le sue riviste a chiunque! Egli, inoltre, mirava a organizzare un grande e dinamico centro che unisse i diversi mezzi di comunicazione sociale e riteneva che era più importante che costruire chiese stupende. Il missionario di penna, radio, e televisione non calcola i risultati del suo lavoro " dal numero dei certificati di battesimo stampati, ma è un educatore delle masse, forma l'opinione pubblica, attenua l'avversione nei confronti del cattolicesimo, chiarisce e lentamente rimuove dalle menti pregiudizi e obiezioni, predispone gli altri a una graduale lealtà nei confronti della Chiesa e col tempo, più o meno lungo, ad una certa simpatia, alla fiducia, infine, al desiderio di conoscere più a fondo la religione. " (SK 1193) Egli chiedeva che i lavoratori di stampa, radio, televisione, cinema " uscissero e si avvicinassero personalmente alle anime attraverso corsi di esercizi spirituali, missioni, conferenze, confessioni, per organizzare e visitare la M.I. 2, allora conosceranno meglio che cosa e in quale modo si debba scrivere per essere a contatto con un dato paese o quella data regione. Inoltre, diverranno capaci di pentrare nei cuori con maggiore vitalità attraverso la parola viva." ( SK 382) I mezzi della comunicazione sociale devono mostrare i lati positivi della vita sociale, nello stesso tempo formulando i principi di comportamento cristiani. Il Messaggio del Vangelo trasmesso con questi mezzi moderni sarà efficace e cambierà la consapevolezza della gente e muoverà la loro coscienza, solamente se seguirà la testimonianza di vita di quelli che si servono di loro.
5. Attività sociale
I documenti della Chiesa sottolineano che i cristiani, se vogliono essere fedeli al vangelo, devono essere fedeli innanzitutto alla sua legge fondamentale, la legge dell'amore. Perciò un cattolico, un missionario, non possono essere indifferenti alle condizioni di vita della gente. San Massimiliano non conduceva in larga scala l'attività caritativa e sociale, ma era sensibile alle condizioni materiali della gente e della loro umiliazione sociale. L'attività caritativa e sociale diventò, oltre l'attività editoriale, un'importante caratteristica della missione francescana in Giappone, e forse principalmente grazie a essa questa missione si è sviluppata presto.
6. L'attitudine al dialogo ed ecumenismo
L'attitudine al dialogo facilita la vita comune e l'azione dei singoli, nazioni, gruppi religiosi. San Massimiliano non scriveva articoli, nè pronunciava conferenze sull'attitudine al diaologo, però la possedeva! Lo si vedeva in lui nel cercare contatti con gente di altra confessione, di altra religione, di altra concezione del mondo e nella capacità di mantenere questi contatti, nel conquistare i collaboratori, anche molto numerosi. Alla base dell'attitudine al dialogo si trova la convinzione che la sorgente della vita e lo scopo di ogni uomo e di tutte le nazioni è Cristo. La stessa Parola eterna si rispecchia, benchè non ugualmente, in ogni cultura. Il cristiano deve riconoscere questo pluralismo e nel dialogo con la gente di altre religioni e culture deve vedere ed accogliere cos'è vero e santo in loro. Il dialogo tra i cristiani li conduce a continuare a leggere il sempre nuovo mistero di Cristo e le nuove forme di unione con Lui. L'attitudine al dialogo e l'atteggiamento ecumenico facilitano al cristiano-cattolico l'inserimento integrale nella vita del paese dove esistono diversi gruppi sociali, religiosi, etnici.
L'inculturazione è l'ingresso della Chiesa e del messaggio cristiano con la sua comprensione e il culto di Dio, con le sue norme comportamentali e differenti doni, come la grazia, i sacramenti, dentro una particolare cultura di una nazione, di un gruppo etnico. Il cristianesimo entrando in questa cultura porta in essa qualcosa che in i essa finora non c'era, senza distruggere nulla di prezioso e importante che la distingue da altre culture. "La Chiesa non si comporta come uno che riduce e sradica temerariamente una foresta fiorente, ma piuttosto come chi innesta nuovi sani virgulti sui vecchi ceppi, affinchè possano allo stesso tempo produrre e maturare frutti più squisiti e delicati. " (Pio XII, Evangelii praecones) Questo modo di entrare della vita divina nella vita umana è rivelata da Cristo stesso. Egli venendo nel mondo per la salvezza di tutti gli uomini attraverso l'Incarnazione è entrato in concrete condizioni nella nazione ebrea. I missionari arrivando in qualche nazione devono "spogliarsi" di tutto ciò che può costituire ostacolo nel contatto con gli indigeni. Lo possono essere i modelli di comportamento e di azione sociale, abitudini, usanze e pregiudizi presi dalla propria cultura. Lo può essere il senso di superiorità! Il missionario deve rinunciare a tanto di tutto ciò in cui è cresciuto nel proprio paese e deve avere tanta umiltà per accogliere molto da questo stile di vita che domina nel paese in cui è venuto con la Parola di Dio. La Chiesa adattandosi alla cultura locale esige anche che la giovane comunità cristiana adatti la sua vita alla Parola di Dio e a volte con un gran prezzo. Dai suoi nuovi seguaci Cristo esige che lascino molto e che acquistino la " nuova, preziosa perla". Ciò può significare che devono rinunciare alla poligamia dominante nella loro cultura, concedere l'uguaglianza dei diritti alla donna e all'uomo, respingere la vendetta come norma di comportamento, lasciare i templi dove andavano le generazioni precedenti e rinunciare alle feste con cui è unita la cultura familiare. Questo significa che la Chiesa entrando in alcune culture porta con sè le nuove verità e norme morali essenziali al cristianesimo. Il nocciolo di queste verità e norme è uguale indipendemente dalla cultura e latitudine in cui si sviluppa la Chiesa, poichè essa è universale. Non basta allora tradurre gli inni gregoriani, il breviario, il rosario, le canzoni alla Madre di Dio cantate in Italia o in Polonia in qualche lingua asiatica o africana per avere la preghiera cristiana africana o asiatica. Questa preghiera può risultare estranea allo spirito della cultura locale. La più matura vita cristiana nella nazione evangelizzata può essere creata solamente dagli indigeni. San Massimiliano lo capiva perfettamente e per questo non imponeva ai giapponesi le forme europee di religiosità. Fece del suo meglio perchè l'evangelizzazione del Giappone fosse portata avanti dagli indigeni. Quando il provinciale, padre Anselmo Kubit, aveva l'intenzione di fondare una provincia religiosa in Giappone, san Massimiliano ne era contrario, considerando che non si poteva fare la nuova provincia appoggiata sugli europei perchè nell'ambiente giapponese essi erano il corpo esterno. Scriveva : " sono del parere che non convenga affatto erigere qui in Giappone una provincia religiosa con padri e fratelli nostri, ma piuttosto che noi siamo qui la semente che deve consumarsi per formare, secondo il nostro spirito, i religiosi nativi. Solamente questi svilupperanno l'azione" (SK 602) .
8.La Santissima Vergine Maria - modello dell'uomo
San Massimiliano apprezzava tutti coloro che in modo perfetto realizzavano le virtù divine. Di questi modelli l'uomo necessita nella sua vita quotidiana. Lui stesso volentieri si riferiva a figure preferite che sceglieva come modelli: San Francesco, Santa Teresa di Gesù bambino, San Giuseppe Cottolengo etc... Però come modello di una vita cristiana perfetta, apprezzava di più la Santissima Vergine Maria, perchè tra tutte le persone, che c'erano, sono e saranno, Ella in modo migliore ha compiuto l'impegno di perfezionarsi. Lei più perfettamente ha realizzato il compito dell'uomo di divinizzarsi. San Massimiliano scriveva: " il vertice della creazione che torna a Dio è l'Immacolata, l'essere senza macchia di peccato, tutta bella, tutta di Dio" . Proclamando la gloria della Madre di Dio Immacolata, nello stesso tempo annunciava il valore e la dignità dell'uomo, fondamentali verità cristiane sull'uomo, tra l'altro che l'uomo di sua natura è l'essere buono e che può sempre diventare migliore.
Tra diverse rappresentazioni della Santissima Vergine Maria, san Massimiliano ha scelto la figura che conosciamo dalle apparizioni a Lourdes e della cos' detta Medaglia Miracolosa. In ambedue i casi la Madonna si presenta da sola. E' vestita in vesti di colore bianco-celeste che simboleggiano immacolatezza e perfezione; schiaccia la testa del serpente che simboleggia il male, sta sopra al globo terrestre costituendo quasi l'apice dello sviluppo della creazione. Di questa effige della Santissima Vergina san Massimiliano ne ha fatto lo stemma della Milizia dell'Immacolata. Presentare la Madre di Dio Immacolata come la Madre di Gesù Cristo e come un essere umano perfetto nei paesi missionari è particolarmente desiderato ed attuale, perchè in essi la donna tiene un importante ruolo familiare e rinforza il valore e la dignità umana che in questi paesi è spesso sottovalutata.
9. Conclusioni
I vecchi paesi cristiani già oggi sono una minoranza in tutta la Chiesa universale e nel futuro prossimo saranno chiaramente dominati da paesi definiti oggi come terre di missione. Se consideriamo tre paesi in forte tendenza di sviluppo come India, Cina e Brasile constatiamo che la loro popolazione costituisce già oggi oltre meta della popolazione del mondo intero. Vale la pena allora cercare di sviluppare il cristianesimo in questi paesi affinchè il volto del mondo da essi formato sia ispirato secondo i valori del vangelo. Questi paesi, nostante che in alcuni di essi si verifichino persecuzioni, sono aperti al cristianesimo e l'attività missionaria di San Massimiliano si dirigeva verso Cina e India anche se la Provvidenza non gli permetteva di sviluppare l'opera missionaria lasciandola come il compito per i suoi eredi spirituali.