La vergine madre nell'anno liturgico - Milizia dell'Immacolata di Sicilia

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La vergine madre nell'anno liturgico

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Liturgia mariana
2. La vergine madre nell'anno liturgico
                                
   
    
All’incrocio  della comunione tra Dio e l’uomo, realizzata nell’incarnazione di Cristo, s’incontra Maria.
Lodando l’Altissimo per la sua discesa redentrice, la Chiesa loda nel contempo le meraviglie di grazia operate in Maria e la sua collaborazione affinché divenisse realtà la venuta del Verbo divino tra gli uomini.
Non si tratta di due orientamenti, ma del  medesimo movimento, si legge nell’Introduzione al Messale della Beata Vergine Maria: «La Chiesa celebra in primo luogo l’opera di Dio nel  mistero pasquale di Cristo, e in esso trova la Madre intimamente congiunta con il Figlio» (MBVM, Introduzione, n.10).

Per  questo, celebrare il «Dio fatto uomo per noi uomini e per la nostra salvezza» chiama naturalmente in causa la persona di Maria: non si ripete l’evento di Nazaret cioè l’incarnazione del Verbo ma l’efficacia salvifica di quell’unico concepimento che si perpetua nella liturgia; la «carne» e il «sangue» di Cristo continuano a rendersi sacramentalmente presenti per la nostra santificazione, in virtù di quell’unico concepimento verginale avvenuto a Nazaret.
Nella sua dignità di Theotokos, Maria è colei che, accogliendo Dio storicamente nel suo grembo, lo ha concepito e dato alla luce per la durata della storia intera, partecipando in tal modo alla sua trasfigurazione in storia della salvezza, realtà che accade specialmente mediante l’azione liturgica.
Non solo il culto a Maria è un culto introduttivo, (voi dite Maria ella dice Gesù, affermava il Monfort) ma esso è parte integrante della celebrazione ecclesiale del mistero di Cristo. Viceversa, si deve dire  che celebrare la Vergine Maria significa per la Chiesa celebrare i  misteri del Signore.

L’indissolubile vincolo che congiunge Maria a Cristo, suo Figlio e nostro Redentore, è pertanto il primo e fondamentale criterio entro  cui si esprime la venerazione ecclesiale per Maria.
Alla luce dei misteri della vita di Cristo professati nel simbolo (incarnato per noi uomini e per la nostra salvezza, crocifisso e risorto, atteso nell’ultimo giorno) la Chiesa crede la Vergine Maria, la celebra e ne imita le eccelse virtù.
Il culto per la Madre del Signore apre cosi, per un verso, alla contemplazione dell’economia salvifica operata dal Padre, per il suo Figlio, nella potenza dello Spirito Santo e, per l’altro, alla comprensione che la vicenda umana di Maria di Nazaret si mostra paradigmatica per l’antropologia cristiana (l’umanità davanti a Dio).

Il secondo criterio che radica la pietà liturgica verso la Vergine è costituito dall’orizzonte ecclesiologico. Madre e figlia della Chiesa, sua figura e modello, Maria è la primizia e insieme l’icona perfetta della comunità dei redenti; tale nesso tipologico e vitale trova applicazione sia considerando la Chiesa nel suo insieme che nella singolarità dei suoi membri, poiché in Maria rifulge la condizione del perfetto discepolo di Cristo che ogni cristiano è chiamato a riprodurre nella propria esistenza.

Le categorie che, a livello celebrativo, illustrano la relazione Maria Chiesa sono sintetizzabili nella comunione e nell’esemplarità:  l’assemblea liturgica sperimenta che nella propria preghiera rivive la preghiera di Maria, e ne imita l’atteggiamento interiore.
Con e come Maria la Chiesa crede, spera, ama, celebra, vive il mistero di Cristo, verso la piena partecipazione al Regno dei cieli. L’importanza di quanto ho affermato circa la celebrazione di Maria nel mistero di Cristo e della Chiesa, si coglie immediatamente andando a sfogliare lo  snodarsi del calendario liturgico, dove si evince come la Vergine Santa sia presente in ogni parte di esso. Presenza che dipinge un tratto precipuo di Maria.
Vediamolo brevemente.
La vita e la missione di Maria nella storia della nostra salvezza risplendono in tutta la loro ricchezza nelle liturgie delle solennità, feste e memorie a lei espressamente dedicate nel corso dell’anno.
Ma il  ricordo di lei non è limitato soltanto a tali commemorazioni mariane. Così, in Avvento, «tempo particolarmente adatto per il  culto alla Madre del Signore» (MC, n. 3), i testi liturgici spronano i fedeli a contemplare la figura di Maria in vista della degna  preparazione al mistero dell’incarnazione di Cristo, specie nei giorni  dal 17 al 24 dicembre come nella IV domenica di Avvento (nel rito ambrosiano, la VI domenica celebra la divina maternità della Vergine  Maria). Speciale risalto riveste in Avvento la solennità  dell’Immacolata.

Similmente, nel tempo di Natale che «costituisce una prolungata memoria della maternità divina, verginale, salvifica, di colei la cui illibata verginità diede al mondo il Salvatore» (MC 5), la preghiera liturgica aiuta a cogliere la preziosità di Maria sia nell’evento storico dell’incarnazione nascita di Cristo, che nell’attuale esperienza spirituale della «compagnia» dell’Emmanuele da  parte dei fedeli.
La Luce accesa dalla Vergine per illuminare le tenebre del mondo risplende in modo privilegiato nella celebrazione dei santi  misteri. Così la festa della Santa Famiglia, la solennità di Maria santissima Madre di Dio e dell’Epifania esaltano la missione di Maria  nella nascita e infanzia del Signore.

Anche nel tempo di Quaresima, volto alla decisa conversione del cuore e alla partecipazione sincera al mistero della Croce del Signore, l’itinerario dei credenti può attingere autentici stimoli dal « cammino percorso dalla Vergine, prima  discepola di Cristo, custode diligente della Parola (cfr. Lc 2,19.51) e  donna fedele presso la croce (cfr. Gv 19,25 27) » (OPCAM, n. 3).

Nel tempo di Pasqua la Chiesa in preghiera partecipa della gioia di Maria, tradizionalmente lodata in questo periodo quale Regina caeli. L’invito è quello della comunione con la Madre del Risorto, stringendo il nostro cuore al suo: «Essa infatti, secondo il sentire della Chiesa, fu riempita di ineffabile letizia per la vittoria del Figlio sulla morte e, secondo gli Atti degli Apostoli, fu al centro della Chiesa nascente, in attesa del Paraclito» (OPCAM, n. 3).

Nel tempo durante l’anno,  tempo di recezione sedimentazione della sapienza evangelica per una  vitale appartenenza a Dio Padre, per Cristo, nello Spirito, la celebrazione liturgica alimenta nel cuore degli oranti la consapevolezza della presenza materna di Maria nel pellegrinaggio verso la beatitudine eterna.
Oltre alle festività e memorie mariane che ricorrono durante l’anno, è da menzionare il discreto e prezioso ricordo di santa Maria in sabato (cfr. MC, n. 9; OPCAM, n. 5).
P. Gino Alberto Faccioli, ISSR "Santa Maria di Monte Berico"
dalle pagine di http://www.retesicomoro.it



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