L’Immacolata Concezione: una verità per il dinamismo della fede
Scritti > Spiritualità mariana
(Pergusa, Convegno Regionale M.I. di Sicilia, 2004)
1. Per comprendere quanto l’Immacolata sia funzionale al dinamismo della fede è necessario premettere cosa sia la fede. Essa è donum Dei, ricevuto dalla Spirito Santo nel battesimo ed accresciuto durante la vita. Questa presenza vitale dello Spirito fa in modo che Egli divenga anima dell’anima umana, poiché innesta in essa il germe della vita sovrannaturale, rendendo l’uomo figlio di Dio. Così come l’anima è legata al corpo e ne costituisce il principio vitale a tale punto che la separazione dei due comporta la morte di quest’ultimo, così lo Spirito Santo è vitalmente legato all’anima a tale punto che la separazione da essa comporta la morte dell’anima. Lo Spirito Santo pertanto vivifica, santifica, influenza la vita dell’anima, sottilmente, invisibilmente, ma, non per questo, meno efficacemente.
La Sua assenza vede ancora duri di comprendonio i discepoli, nonostante l’avvenuta passione e resurrezione di Gesù; la Sua presenza li rende leoni dell’apostolato, della fede e del martirio. Gesù quando promise il Paraclito e la Sua assistenza alla Chiesa fino alla fine dei tempi lasciò, in un certo senso, il Suo testamento e la Sua preziosa eredità. Realmente è lo Spirito Santo, l’Amore nella SS. Trinità, a condurci al Figlio ed al Padre con la Sua azione, dolce, gentile e materna. Egli dall’interno ci spinge in tal senso ed è la causa prima, il primo attore, della nostra santificazione. Mi sembra che tale verità sia dimostrata in misura plateale dal fallimento visibile della missione terrena del Crocifisso e, ad appena cinquanta giorni di distanza, dal successo subitaneo dello Spirito nel giorno di Pentecoste. Tale contrasto ci mostra quale sia la sorgente della fede e del suo dinamismo, che ci cambia e ci mette in moto verso le altre due persone della Trinità: l’Amato e l’Amante.
2. Ma che c’entra l’Immacolata con queste considerazioni? Ce lo dice, fra gli altri, anche San Massimiliano, col suo stile schietto e conciso nello S.K. 1318.
“Nell’unione dello Spirito Santo con Lei, non solo l’amore congiunge questi due Esseri, ma il primo di essi è tutto l’amore della SS. Trinità, mentre il secondo è tutto l’amore della creazione, e così in tale unione il cielo si congiunge con la terra. … fra le creature una sposa riceve il nome dello sposo, per il fatto che appartiene a lui, si unisce a lui, si rende simile a lui e, in unione a lui, diviene fattore creativo di vita…”
Pertanto dove è in azione lo Spirito Santo, ovvero l’Immacolata Concezione Increata, lì agisce la Sua sposa, l’Immacolata Concezione Creata, come Maria stessa si compiacque di definirsi a Lourdes. Non sembri un’affermazione eccessiva! San Massimiliano trova anzi “la definizione di Sposa dello Spirito Santo una somiglianza assai lontana della vita dello Spirito Santo in Lei ed attraverso di lei” SK 1310.
Tale comunione d’azione fra le due Concezioni è un concetto largamente diffuso in quel classico di mariologia che è il Trattato della Vera devozione a Maria di Luigi Maria Grignon de Monfort, santo e dottore della Chiesa, che con questo suo capolavoro tanto ha inciso nella formazione e nel magistero di Giovanni Paolo II. Mi sembra anzi che sia proprio il concetto fondamentale della sua teologia, da cui oggi non si può prescindere. Così canta il Monfort: “Dio, Spirito Santo, ha comunicato a Maria, Sua fedele sposa, i suoi doni ineffabili. L’ha scelta quale dispensatrice di tutto ciò che possiede; di modo che Ella distribuisce a chi vuole, quanto vuole, come vuole e quando vuole, tutti i doni e le grazie dello Spirito Santo. Nessun dono del cielo è concesso agli uomini che non passi per le mani verginali di Lei. Questo è infatti il volere di Dio: che tutto ci sia dato dalla Vergine Maria”. E non solo perchè Maria è Madre di Dio, non solo perché è piena di grazia, non solo per la sua condizione di creatura privilegiata e perfetta, ma anche per l’unione con la terza persona della SS. Trinità così “inesprimibile e perfetta che lo Spirito Santo agisce unicamente attraverso l’Immacolata,la Sua sposa. Di conseguenza Ella è la Mediatrice di tutte le grazie …” SK 1310.
Si rimane veramente sorpresi quando si apprende che San Massimiliano elaborò prima il suo pensiero e soltanto molto dopo conobbe gli scritti del Monfort. E’ veramente mirabile il disegno divino che semina in due secoli diversi due profeti così straordinari e fa raccogliere i loro frutti proprio al pontefice che introduce la Chiesa nel III millennio. A queste tre figure possiamo attribuire quanto il Card. Moreira Neves, nostro milite, disse di San Massimiliano nel 1977: “Il suo messaggio risuonerà nei secoli venturi, perché egli è il profeta dell’Immacolata”.
3. Ma tale risonanza è assolutamente certa per il ruolo di profeta degli ultimi tempi, monfortianamente intesi, che Dio ha riservato all’Immacolata, e di cui Ella ci ha confermato a Fatima nel 1917, annunziando: “infine il mio cuore immacolato trionferà”.
E per trionfare si servirà dei suoi figli, gli stessi a cui, sin dalla Genesi, Dio ha promesso una inimicizia inconciliabile con i servi del serpente.
Dice ancora San Massimiliano: “Nasceranno delle persone molto sante. Esse giungeranno alla santità per mezzo di una singolare devozione verso la SS.ma Vergine, che terranno nella loro mente e nel loro cuore come il più perfetto modello di santità e come ricca sorgente di grazie divine. Questi santi, soprattutto verso la fine del mondo, Dio li susciterà per mezzo di Maria, Madre Sua, affinché tali anime, piene di grazie e di zelo, oppongano resistenza ai nemici di Dio, che sorgeranno da ogni parte con accanimento. Queste anime avranno una particolare devozione alla SS.ma Vergine. Ella le illuminerà con la Sua luce, le nutrirà con il Suo latte, le guiderà con il Suo spirito, le sosterrà con la Sua mano, le custodirà con la Sua protezione … Inoltre sproneranno tutti con la parola e con l’esempio, alla vera devozione verso la Madre divina. Avranno molti nemici, ma riporteranno anche molte vittorie e renderanno molta gloria a Dio. Poiché come attraverso Maria ha avuto inizio la salvezza, così pure attraverso Lei la salvezza giungerà a compimento” K 1129.
E’ chiaro allora perché l’Immacolata oggi, anzi, domani più che mai, darà dinamismo alla fede opacizzata e spenta di una generazione che vive immersa in un processo di desacralizzazione e di apostasia, non solo dai valori cristiani ma anche da quelli naturali, quale non si è mai vista?
E’ chiaro allora perchè il Signore vuole svelarne sempre più la grandezza ed il ruolo nei tempi più recenti?
Perché appare e parla all’umanità del nostro tempo in modo sempre più frequente e toccante?
Perché piange alla vista della disumanizzazione della vita sul pianeta terra?
4. Si, possiamo con ragione ritenere che il tempo del regno del Suo cuore immacolato si avvicini a grandi passi, quanto più avanza il male nel mondo. E noi, fratelli e sorelle, saremo a curarci dei nostri acciacchi fisici, psichici, economici e spirituali, staremo a chiedere le caramelle della consolazione alla nostra madre celeste o ci sforzeremo di essere quei santi che il nostro fondatore ci sfida ad essere?
“Di fronte agli attacchi tanto duri dei nemici della Chiesa di Dio è lecito rimanere inattivi? Ci è lecito forse lamentarci e versare lacrime soltanto? No affatto. … Su ciascuno di noi pesa il sacrosanto dovere di metterci in trincea e di respingere gli attacchi del nemico con il nostro petto “ SK 1023. Anzi … “difendere la religione per noi è troppo poco, ma si esce dalla fortezza e fiduciosi nella nostra Duce andiamo fra i nemici e facciamo la caccia ai cuori per riconquistarli all’Immacolata” (lettera a fr. Ottone Caputo) .
Fratelli, nel giorno terribile e meraviglioso in cui incontreremo senza veli il nostro Redentore che nessuno abbia a cercare stolide scuse per non avere vissuto fino in fondo la sfida che il Signore ci ha lanciato per mezzo di Massimiliano. La Milizia è qui per salvare le anime nostre ed il mondo. L’Immacolata è qui per sopperire a tutte le nostre deficienze con le Sue grazie. Siamo militi! Ricordiamoci che “senza la lotta sarebbe impossibile la vittoria e senza la vittoria non ci può essere la corona, non ci può essere la ricompensa” SK 149.