LEPANTO 7 OTTOBRE 1571 - Milizia dell'Immacolata di Sicilia

Milizia dell'Immacolata di Sicilia
MILIZIA DELL'IMMACOLATA DI SICILIA
Dal 16 ottobre 1917
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LEPANTO 7 OTTOBRE 1571

Scritti > Maria Immacolata
 LEPANTO: UNA VITTORIA…PROVVIDENZIALE


"Il 7 ottobre è un giorno memorabile negli annali dell’Europa Occidentale. … E’ un giorno di ringraziamento commemorato nel calendario della Chiesa, non soltanto perché i santuari d’Europa e i loro altari furono salvati dalla totale distruzione, ma anche perchè le preghiere ordinate dal Papa di allora, s. Pio V, diedero universalmente un grande tributo alla vittoria. Quel giorno ci ricorda il grandissimo reale aiuto che Noi, successori di quel Pio, possiamo offrire ai difensori dei diritti di Dio e dell’uomo." (Pio XII, 07.10.47)

Premesse

  • Siamo alla fine del medioevo cavalleresco; la gente si è fatta "furba"; Cervantes è fuori moda (“le ferite al petto e al volto, sono le stelle che, attraverso l'onore, ti guidano ai cieli”)

  • Anche gli Stati sono fatti "furbi": emergono i nazionalismi

  • L'Europa è divisa: protestanti e cattolici; cattolici fra loro.

Dopo la conquista di Costantinopoli (1463), i turchi puntavano al dominio universale.
 
Nel 1521 si erano impadroniti di Belgrado; nel 1526 avevano conquistato l'Ungheria, arrivando alle porte di Vienna. In Italia avevano invaso e saccheggiato tutte le coste del meridione. Tripoli era già stata tolta agli spagnoli, l'isola di Chio ai genovesi, Rodi ai cavalieri che la possedevano e la stessa isola di Malta, sarebbe caduta nelle loro mani se Jean de La Valette, Gran Maestro dell'Ordine, non l'avesse difesa e salvata con eroico valore. Dopo un lunghissimo assedio il 1 agosto 1571, nell'isola di Cipro era caduta la città di Famagosta. Nonostante le garanzie di vita precedenti alla resa, quando i turchi entrarono il loro comandante fece scorticare vivo il comandante cristiano Marcantonio Bragadin. Il corpo venne squartato, la riempita di paglia, rivestita con la sua uniforme e trascinata per la città.  
 
Dal 1566 era Papa Pio V, un domenicano che visse sempre poveramente e combatté lussi, corruzione e disordine. Impose la residenza ai  vescovi, rafforzò gli strumenti della Controriforma per combattere l’eresia protestante. Promulgo la “Messa di S.PioV” in vigore fino alla riforma liturgica ultima, unificando la Liturgia Romana, e ordinò il rosario per come lo abbiamo recitato fino a Giovanni Paolo II che inserì i misteri della luce.  Pubblicò il Catechismo romano (il primo universale nella storia della Chiesa), il breviario e il messale romano; fondò i seminari, nuovi ordini religiosi, come i Fatebenefratelli. E tutto questo in 6 anni di pontificato!!!
 
Indisse pertanto quella che potremmo ritenere l’ultima crociata in difesa della cristianità concedendo indulgenze al partecipanti, premendo sulle potenze cristiane. E così creò una coalizione, la Lega Santa, a cui parteciparono la Spagna, Venezia e gli altri Stati della penisola italiana, e l'Ordine sovrano di Malta.
 
La battaglia

Lasciata Messina, dove si era concentrata alla fine di agosto 1571, dopo venti giorni di navigazione con rotta verso levante, la flotta cristiana si trovò a Lepanto domenica 7 ottobre 1571, domenica, festa della Madonna del Rosario.  
 
Il protagonista della battaglia navale di Lepanto è don Juan d’Austria, figlio illegittimo dell’imperatore Carlo V. È un giovanissimo e quasi inesperto ammiraglio di 24 anni che comanda la grande flotta della Lega Santa per salvare l’Europa dall’invasione degli infedeli. La sua designazione da parte del pontefice S. Pio V, avviene per ispirazione divina, dopo una lunga notte passata in preghiera. Vi è in palio il destino dell’Europa cristiana, già saccheggiata nelle sue coste meridionali, le cui popolazioni sono spesso tratte in schiavitù.
 
Dall'alba una gigantesca flotta ottomana, la più numerosa mai schierata nel Mediterraneo, avanza con lo scirocco in poppa, formando una enorme e minacciosa mezzaluna. Di fronte, in formazione a croce, era schierata la flotta cristiana, sulla cui ammiraglia, comandata da don Giovanni d'Austria, garriva un enorme stendardo blu con la raffigurazione del Cristo in Croce. I turchi iniziano a danzare freneticamente la danza del ventre al suono di tamburi e di flauti; sulla flotta della Lega scende un silenzio sovrannaturale interrotto solo dalle benedizioni dei sacerdoti. Avvengono due fatti significativi di due stili diversi: gli armieri delle navi cristiane tolgono i ceppi dei galeotti e danno loro le armi per combattere e la promessa della libertà a vittoria conseguita. I galeotti presenti sulle navi musulmane (di cui 15.000 sono cristiani) vengono incatenati ai remi: se la nave affonda, annegheranno con essa.  Quando furono a circa 150 metri, il vento improvvisamente girò, dando slancio alle navi cristiane. Rosario (ogni soldato o galeotto ne aveva uno) in una mano e arma nell'altra, i cristiani esplosero in un poderoso urrà che corse per ogni nave, che innalzava il proprio crocifisso. E successe un altro fatto imprevedibile: le due ammiraglie, contro ogni logica militare, dimentiche di tutto il resto, si lanciarono una contro l'altra fino a speronarsi, formando un campo di battaglia galleggiante su cui si susseguirono attacchi e contrattacchi fino all’uccisione del comandante Alì Pascià proprio ad opera di un galeotto liberato. E’ l'inizio della sconfitta turca. La battaglia si fraziona in tanti combattimenti scombinati alla fine dei quali i cristiani stravincono. Al termine della battaglia, che durò cinque ore la Lega aveva perso più di 7.000 uomini e circa 20.000 feriti. I Turchi avevano perso 80 galee affondate e 117 catturate, 27 galeotte affondate e 13 catturate, 30.000 uomini tra morti e feriti, 8.000 prigionieri; e 15.000 cristiani furono liberati.
 
"Non virtus, non arma, non duces, sed Rosarium Beatae Virginis victores nos fecit".
Così il senato di Venezia fece incidere nella lapide commemorativa nel palazzo dei Dogi; e di ciò tutta l'Europa era convinta (e lo stesso Sultano disse  di temere più le preghiere del vecchio Papa che gli eserciti dell'imperatore). La scomunicata Elisabetta regina d'Inghilterra indisse cerimonie di pubblico ringraziamento al Cielo. Nel pomeriggio di quel giorno, S. Pio V lavorava con alcuni prelati. D'improvviso si levò, s’avvicinò alla finestra fissando lo sguardo in estasi e poi esclamò: "Non occupiamoci più di affari, ma andiamo a ringraziare Iddio. La flotta cristiana ha ottenuto vittoria".  Egli ebbe una visione di cori di angelici intorno al trono della Beata Vergine che teneva in braccio il Bambino Gesù e in mano la corona del Rosario. Era mezzogiorno, ed il Papa diede ordine che tutte le campane di Roma suonassero a festa, diffondendo così la recita dell’Angelus a quell’ora. Due giorni dopo un messaggero portò la notizia dell’avvenuto trionfo delle forze cristiane. Il Pontefice, che aveva ordinato in tutta la Cristianità la recita del Rosario, attribuì quel trionfo all'intercessione della Vergine, volle che nelle litanie lauretane si aggiungesse l'invocazione Auxilium christianorum e decretò che ogni prima domenica di ottobre si commemorasse con rito semplice Nostra Signora della Vittoria successivamente trasformata nella «Festa del Santissimo Rosario».

 
Conseguenze storiche

Il nome di Lepanto era entrato nella storia. Per la prima volta dopo un secolo il Mediterraneo tornò libero. A partire da questo giorno iniziò il declino dell'impero ottomano.

 
Interventi analoghi

 
La Madonna interviene anche a Vienna nel 1683 e a Belgrado nel 1715, nella storia della Polonia a Czestochowa, tantissime volte nella liberazione della Sicilia dal giogo musulmano, in modi indubbiamente "militari", ed in tante altre occasioni della storia, confermandosi Auxilium Christianorum, “bella come la luna, fulgida come il sole, terribile come schiere e vessilli schierati” (Cantico dei Cantici 6,10). Infatti la storia dei trionfi della Chiesa è la stessa dei trionfi di Maria” ... “Ogni qualvolta che parve quasi scendere la notte sul mondo, si vide spuntare nel cielo Maria, stella del mattino” (Pio XII, 26.04.58).
 
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