Scheda 1023 - Milizia dell'Immacolata di Sicilia

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SK 1023 Un pericolo che sovrasta -  Rycerz Niepokalanej, I 1923, p. 2-4

Esaminando gli ultimi avvenimenti, ci rendiamo conto con chiarezza che da noi [in Polonia] le cose vanno male: il costo della vita aumenta di giorno in giorno, il paese si avvicina al crollo economico, il governo è debole e incapace; abbiamo la sensazione che una mano misteriosa stia frapponendo continui ostacoli e attirandoci alla rovina.  Su tutta la faccia della terra, in una parte in modo più debole, in un'altra con maggiore accanimento, ferve una lotta contro la Chiesa e la felicità delle anime.  Il nemico si manifesta sotto abiti diversi e denominazioni diverse.  Tutti conoscono il modo con cui il socialismo, approfittando delle misere condizioni dell'operaio, gli ha inoculato il veleno della miscredenza.  Vediamo come i bolscevichi perseguitano la religione.  Ascoltiamo l'insegnamento dei materialisti, i quali desiderano restringere l'universo soltanto a ciò che noi conosciamo immediatamente con i sensi, allo scopo di convincere, in tal modo, se stessi e gli altri che non esiste né Dio né l'anima.  La teosofia inculca l'indifferenza religiosa, mentre gli “studiosi della sacra Scrittura” ed altri protestanti si procurano aderenti con grosse somme di dollari.  Tutti questi blocchi formano un fronte di battaglia compatto contro la Chiesa.  Che cosa li unisce?  È ben noto a tutti che sono gli ebrei a dirigere il socialismo e a governare attualmente nella Russia bolscevica. Essi non mancano neppure tra le schiere dei materialisti.  Gli “studiosi della sacra Scrittura”, poi, come ha dimostrato il signor Pawlak in una sua conferenza al Circolo Maschile della M.I., non sono altro che un bolscevismo mascherato con tutte le premesse dei talmudisti.  Anche nella teosofia gli ebrei fanno la loro abbondante comparsa, tanto che, ad esempio, a Vienna i direttori delle logge teosofiche sono ebrei: Hans Schiff, il dottor Hans Robiczek, Gerstl, Schleisinger, Hirsch, ed anche le direttrici sono ebree: Paola Schiff, Singer-Schiff, la signorina Berta Mendelssohn, la signorina Stella Abramowicz, la signorina Anna Wertheimer.  Inoltre, anche la sola denominazione: “loggia”, analoga alle organizzazioni massoniche, fa molto pensare.  Infine, i direttori dell'intero movimento teosofico di Vienna sono esclusivamente massoni, come il dottor Fratel Francesco Hartmann, Carlo von Kellner, Arturo Pfungst, Paolo Stoss e via dicendo.  Che i massoni esercitino qui da noi una grande influenza anche sul governo è dimostrato in modo eloquente dal fatto che, dieci giorni prima dello scioglimento del governo di Ponikowski, a Roma si era diffusa la notizia secondo cui in Polonia si sarebbe verificato il cambiamento del governo, poiché... così aveva ordinato (?!) la massoneria a Pilsudski!!!  Ed avvenne proprio così. In questi ultimi giorni, poi, il prof. St[anislao] Grabski scrive in Słowo Polskie [La parola Polacca]: “Esiste una forza nefasta che non permette ai polacchi di mettersi d'accordo tra loro, che manda sistematicamente all'aria ogni tentativo di formare una maggioranza polacca in parlamento e di volta in volta, in questioni importantissime - come il problema di Wilno nel precedente parlamento e in quello attuale l'elezione del presidente - ostacola, con l'aiuto di minoranze nazionali, la maggioranza dei voti polacchi; che rende impossibile l'avvicinamento fra il partito di Piast e il blocco nazionale; che sfrutta il radicalismo sociale e le ambizioni personali, gli antichi pregiudizi e le antipatie dei singoli personaggi dei gruppi di centro, allo scopo di dividerli, anziché permettere loro di collaborare con la destra...”.  Commentando queste parole, Gazeta Warszawska [La Gazzetta di Varsavia] aggiunge: “Questa forza, che ormai ha cessato di celarsi, è una cospirazione ebreo-massonica. In questo momento non è necessario indicarne le caratteristiche, poiché essa è fin troppo evidente a tutti noi”.  Di fronte a questi dati di fatto, si può ancora essere dubbiosi nell'individuare la guida sotto la quale combattono, consapevolmente o meno, i nostri nemici?  Ecco chi è la mano misteriosa che spinge il nostro paese alla rovina.  Di fronte agli attacchi tanto duri dei nemici della Chiesa di Dio ci è lecito rimanere inattivi?  
Ci è lecito forse lamentarci e versare lacrime soltanto?  No affatto! Ricordiamoci che al giudizio di Dio renderemo stretto conto non solamente delle azioni compiute, ma Dio includerà nel bilancio anche tutte le buone azioni che avremmo potuto fare, ma che in realtà avremo trascurato.  Su ciascuno di noi pesa il sacrosanto dovere di metterci in trincea e di respingere gli attacchi del nemico con il nostro petto.  Spesso si possono udire frasi di questo genere: “Che posso fare io?”, “è un'organizzazione tanto forte”, “essi possiedono dei grossi capitali”, e via di questo passo.  Costoro hanno probabilmente dimenticato quel che dice s. Paolo: “Tutto posso in Colui che mi dà forza” [Fil 4, 13].  Come dobbiamo combattere, soprattutto noi membri della Milizia dell'Immacolata?  Possiamo forse andare avanti con la forza del pugno, rendendo pan per focaccia?  No, non è questo il nostro compito!  Lo scopo che la Milizia dell'Immacolata si è prefissa è la conquista dei cuori a Lei; Ella poi farà il resto.  Quegli sventurati che, nella loro insensatezza e cattiveria, alzano la mano contro il Padre Ottimo, per soddisfare le loro smanie e conquistare delle apparenze di felicità, facciano o sopportino per Lei almeno qualche cosa, anche la più piccola, e la breccia è già fatta: Ella ha ormai un titolo per prendere, dolcemente e col tempo, possesso di quel cuore, deporlo in quello infuocato di Gesù e renderlo felice.  Per amore verso i malvagi perseguitiamo, con tutta l'energia di cui siamo capaci, tutte le loro scellerate iniziative, indirizziamo questi cuori verso l'Immacolata con la preghiera e con il sacrificio, assoggettiamo, pagando noi di persona, le loro anime a Lei, e ci saranno infinitamente riconoscenti fin da questa terra.  Io stesso l'ho sperimentato più di una volta: chiunque renderà felice una di queste anime avrà la sua viva riconoscenza.  Badiamo bene, tuttavia, a non soffrire, lavorare e sopportare dei sacrifici solo in vista di una simile riconoscenza.  Sarebbe uno sprone troppo meschino.  Vivere, soffrire, lavorare e morire unicamente per Iddio, per Iddio attraverso l'Immacolata e come strumenti nella sua mano: ecco l'ideale degno di un cavaliere dell'Immacolata.    Rycerz Niepokalanej



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