Maria, Signora del Santo Rosario e Avvocata Nostra - Milizia dell'Immacolata di Sicilia

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Maria, Signora del Santo Rosario e Avvocata Nostra

Scritti > Verità Mariane
Maria, Signora del Santo Rosario e Avvocata Nostra  di Fabio Varchi

Quante volte noi cattolici abbiamo pregato insieme con il Santo  Rosario; e attraverso questa immensa preghiera, non per nulla  definita l'arma più potente contro il dominio del Male, abbiamo ripercorso alcuni eventi del cammino di Gesù, della nostra  salvezza e lo abbiamo fatto con Colei che è nostra Madre, Maria,  Colei che con mano sicura ci guida al suo Figlio Gesù.  Ma ci siamo mai fermati a meditare questi misteri che mostrano come Maria affronta il cammino della sua vita, con grande  realismo, umanità, concretezza. Senza volerci soffermare su  ognuno di questi misteri, ma prendendone uno ad esempio,  cerchiamo di penetrarne il reale significato soffermandoci sugli aspetti più squisitamente teologici e caratteriali.Tre parole sintetizzano l’atteggiamento di Maria: ascolto, decisione, azione; parole che indicano una strada anche per noi  di fronte a ciò che ci chiede il Signore nella vita.

 SECONDO MISTERO GAUDIOSO

"LA VISITA DI MARIA SS. A S. ELISABETTA"

"In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda.  Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta.
Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il  bambino le sussultò nel grembo.
Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo grembo!
A che debbo che la madre del  mio Signore venga a me?
Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino  ha esultato di gioia nel mio grembo.

E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole  del Signore».

Allora Maria disse:
«L'anima mia magnifica il Signore  e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,  perché ha guardato l'umiltà della sua serva.
D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.  Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente  e Santo è il suo nome:
di generazione in generazione la sua misericordia  si stende su quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili;  ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo,  ricordandosi della sua misericordia,  come aveva promesso ai nostri padri,
ad Abramo e alla sua discendenza per sempre».

Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua. "   (Lc 1,39-56)



1. Ascolto. Da dove nasce il gesto di Maria di andare dalla parente Elisabetta?  Da una parola dell’Angelo di Dio: «Elisabetta tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito  anch’essa un figlio…» (Lc 1,36). Maria sa ascoltare Dio. Attenzione: non è un semplice “udire”  superficiale, ma è l'ascolto fatto di attenzione, di accoglienza, di disponibilità verso Dio. Non è il  modo distratto con cui a volte noi ci mettiamo di fronte al Signore o agli altri: udiamo le parole, ma  non ascoltiamo veramente. Maria è attenta a Dio, ascolta Dio. Ma Maria ascolta anche i fatti, legge  cioè gli eventi della sua vita, è attenta alla realtà concreta e non si ferma alla superficie, ma va nel  profondo, per coglierne il significato. La parente Elisabetta, che è già anziana, aspetta un figlio:  questo è il fatto. Ma Maria è attenta al significato, lo sa cogliere: «Nulla è impossibile a Dio»  (Lc1,37). Questo vale anche nella nostra vita: ascolto di Dio che ci parla, e ascolto anche della  realtà quotidiana, attenzione alle persone, ai fatti perché il Signore è alla porta della nostra vita e  bussa in molti modi, pone segni nel nostro cammino; a noi la capacità di vederli. Maria è la madre  dell’ascolto, ascolto attento di Dio e ascolto altrettanto attento degli avvenimenti della vita.  Infatti,"«È volontà di Dio ha scritto S. Bernardo  che ogni grazia venga a noi  per mezzo di Maria». Il Signore ha racchiuso nel suo Cuore Immacolato, come in uno scrigno  prezioso, tutti i tesori del cielo, e a Lei ha affidato la distribuzione di questi tesori ad ogni anima.  Impariamo a disprezzare la vanità, la compiacenza di sé, che sono il tarlo dei meriti; impariamo  dall'esempio della Vergine santa una carità tenera e delicata per il prossimo.

2. Decisione. Maria non vive “di fretta”, con affanno, ma, come sottolinea san Luca, «meditava tutte queste cose  nel suo cuore» (cfr Lc 2,19.51). E anche nel momento decisivo dell’Annunciazione dell’Angelo, Ella  chiede: «Come avverrà questo?» (Lc 1,34). Ma non si ferma neppure al momento della riflessione;  fa un passo avanti: decide. Non vive di fretta, ma solo quando è necessario “va in fretta”. Maria  non si lascia trascinare dagli eventi, non evita la fatica della decisione. E questo avviene sia nella  scelta fondamentale che cambierà la sua vita: «Eccomi sono la serva del Signore…» (cfr Lc 1,38),  sia nelle scelte più quotidiane, ma ricche anch’esse di significato. Mi viene in mente l’episodio delle  nozze di Cana (cfr Gv 2,1-11): anche qui si vede il realismo, l’umanità, la concretezza di Maria, che  è attenta ai fatti, ai problemi; vede e comprende la difficoltà di quei  due giovani sposi ai quali viene a mancare il vino della festa, riflette e sa che Gesù può fare  qualcosa, e decide di rivolgersi al Figlio perché intervenga: «Non hanno più vino» (cfr v. 3). Nella  vita è difficile prendere decisioni, spesso tendiamo a rimandarle, a lasciare che altri decidano al  nostro posto, spesso preferiamo lasciarci trascinare dagli eventi, seguire la moda del momento; a  volte sappiamo quello che dobbiamo fare, ma non ne abbiamo il coraggio o ci pare troppo difficile  perché vuol dire andare controcorrente. Maria nell’Annunciazione, nella Visitazione, alle nozze di  Cana va controcorrente; si pone in ascolto di Dio, riflette e cerca di comprendere la realtà, e  decide di affidarsi totalmente a Dio, decide di visitare, pur essendo incinta, l’anziana parente,  decide di affidarsi al Figlio con insistenza per salvare la gioia delle nozze.
Anche Maria ha preso coscienza dei misteri di grazia e di servizio che Iddio le ha elargiti, ma non  per invanirsene. Quel suo Cuore ardente e umile, quel Cuore di ancella e di Regina, canta al  Signore con ispirato lirismo la sua sconfinata riconoscenza: Magnificat anima mea Dominum!

3. Azione. Maria si mise in viaggio e «andò in fretta…» (cfr Lc 1,39). E' necessario sottolineare  questo modo di fare di Maria: nonostante le difficoltà, le critiche che avrà ricevuto per la sua decisione di partire, non si ferma davanti a niente. E qui parte “in fretta”. Potrebbe sembrare un  controsenso se non addirittura un paradosso:in tutte le azioni della sua vita, nella preghiera,  davanti a Dio che parla, nel riflettere e meditare sui fatti della sua vita, Maria non ha fretta, non si  lascia prendere dal momento, non si lascia trascinare dagli eventi. Anzi non esita continuamente a  tacere e a "meditare tutte queste cose nel suo Cuore". Ma quando ha chiaro che cosa Dio le  chiede, ciò che deve fare, non indugia, non ritarda, ma va “in fretta”. Sant’Ambrogio commenterà  in uno dei suoi scritti: “la grazia dello Spirito Santo non comporta lentezze”. Ma quanti di noi hanno la forza e il coraggio di agire in tal modo negli eventi della propria vita  spirituale? Facciamo un esplicito esame della nostra coscienza e poniamoci davanti all'Onnipotente  a cuore aperto, lindo, semplice, sincero.  Nell'agire quotidiano cerchiamo di porre tutta la dinamicità possibile per essere i migliori, a scuola, sul lavoro, in famiglia, perchè è la società a chiedercelo, a proporcelo, in una parola a  costringerci, per non essere giudicati inferiori.  Ma al momento di agire secondo lo Spirito...?  Il Signore scruta i nostri cuori, ne conosce ogni piccolo palpito e sa quale compito puo’ affidare a  ciascuno di noi… Sa ognuno dei suoi figli quanto è capace di dare… Non manchiamo di rispondere  alla Sua chiamata ognuno nel proprio ruolo, ma carichi di quella forza che soltanto da Gesù può  essere generata,e attraverso Maria ricevuta.  Da oggi, dunque, cerchiamo di meditare i misteri del S.Rosario, alla luce di una nuova esperienza spirituale entrando in stretta armonia con la Santa Vergine, cercando in ogni modo di legare la  nostra vita materiale con il nostro cammino spirituale.

"O Rosario benedetto di Maria, Catena dolce che ci rannodi a Dio, vincolo d’amore  che ci unisci agli Angeli,
torre di salvezza negli assalti dell’inferno, porto sicuro nel  comune naufragio, noi non ti lasceremo mai più.
Tu ci sarai conforto nell’ora di  agonia, a te l’ultimo bacio della vita che si spegne.
E l’ultimo accento delle nostre  labbra sarà il nome tuo soave, o Regina del Rosario di Pompei,
o Madre nostra  cara, o Rifugio dei peccatori, o Sovrana consolatrice dei mesti.
Sii ovunque benedetta, oggi e sempre, in terra ed in cielo. Amen."
Fabio Varchi



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