La centralità dell’Immacolata nella Chiesa
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La centralità dell’Immacolata nella Chiesa
A taluni può sembrare eccessivo l’enfasi e lo zelo di altri nell’esaltare l’Immacolata Concezione.
Li additano come “marianocentrici”, mentre essi, i dotti, sarebbero “cristocentrici”. A tale banalissima contestazione risponde adeguatamente San Massimiliano Kolbe, teologo, mistico, apostolo e martire. “… non abbiano affatto paura di amare troppo l’Immacolata, dato che (…) non l’ameremo mai nel modo come l’ha amata Gesù. Ebbene tutta la nostra santità consiste nell’imitare Gesù. Chi si avvicina a Lei, per ciò stesso si avvicina a Dio, solo che lo fa percorrendo una strada più breve, più sicura, più facile.” (SK 542). Quando l’avremo amata come Gesù potremo anche fermarci; ma basterà una vita?
Taluni temono che rivolgersi a Lei distolga dall’invocare Nostro Signore. Risponde ancora il martire di Auschwitz: “In pratica le anime si rivolgeranno sempre direttamente e con piena libertà sia all’Immacolata, sia al divin Spirito, sia a Gesù-Verbo eterno, sia al Padre celeste, ma quanto più esattamente un’anima comprenderà che tutti gli atti d’amore vengono indirizzati al Padre, per il fatto che è il fine ultimo, e che nell’Immacolata essi acquistano una purezza immacolata, mentre in Gesù acquistano un valore infinito, degno della maestà santissima del Padre, tanto più essa si infiammerà di amore verso Gesù e Maria.” (SK 1310)
E’ invece necessaria un maggiore conoscenza della Madre Di Dio per avvicinarsi a Dio. E di Lei i padri ci hanno insegnato che “numquam satis”. Se consideriamo che il primo trattato di “Mariologia”, intesa come disciplina autonoma, la Summmae Sacrae Mariolgiae Pars Prima, vede la luce nella Chiesa soltanto nel 1602 a Palermo ad opera di Placido Negidio, ci rendiamo conto … di essere in ritardo.
Eppure il fatto che Maria sia «finora sconosciuta» è, per San Luigi Maria Grigion de Montfort, dottore della Chiesa, «uno dei motivi per cui Gesù Cristo non è conosciuto come si dovrebbe. È dunque sicuro che la conoscenza di Gesù Cristo e la venuta del suo regno nel mondo non saranno che la conseguenza necessaria
della conoscenza della Santa Vergine e della venuta del regno di Maria, che lo ha messo al mondo la prima volta e che lo farà risplendere la seconda» (Trattato della Vera Devozione a Maria, 13).
Sarebbe quindi auspicabile che soprattutto gli scettici e i razionalisti si immergessero nello studio della Vergine Ss. senza dimenticare il consiglio di San Massimiliano: “Chi non è capace di piegare le ginocchia e di implorare da Lei in un’umile preghiera la grazia di conoscere chi Ella sia realmente, non speri di apprendere qualcosa di più su di Lei.” (SK1210)