SK 1329 - L'essenza della M.I.1 Niepokalanów, primi di dicembre 1937
Già la stessa denominazione, “Milizia” “Cavalleria dell'Immacolata”, ci indica la sua essenza. Il fine di ogni uomo è di appartenere a Dio attraverso Gesù, Mediatore presso il Padre, e di appartenere a Gesù attraverso la Mediatrice di tutte le grazie, l'Immacolata. Le anime che amano l'Immacolata hanno utilizzato in diversi tempi, sia in pubblico sia in privato, varie formule per qualificare la loro propria donazione alla Madre di Dio. Tutti desiderano sottolineare la forma più perfetta di donazione, per quanto è possibile, anche se nelle parole e nel significato immediato di esse vi sono delle diversità. E così le formule: “servo di Maria”, “servo dell'Immacolata” possono suggerire l'idea di una ricompensa, in vista della quale il servo lavora. Perfino l'espressione: “figlio di Maria” rammenta ad alcuni certi obblighi giuridici della madre nei confronti del figlio. Neppure la denominazione: “schiavo d'amore” va a genio a tutti, poiché, nonostante il chiarimento che si tratta di uno schiavo “d'amore”, è difficile, tuttavia, scacciare il pensiero che lo schiavo rimane in servitù contro la propria volontà. Ecco perché altri preferiscono l'espressione: “cosa e proprietà”. Evidentemente, tutte queste denominazioni e tutte le altre possibili indicano, in fondo, una stessa e identica realtà, e tutti coloro che le utilizzano desiderano donarsi alla Madre di Dio in maniera totale. Appartiene all'essenza anche della Milizia dell'Immacolata il fatto di essere dell'Immacolata totalmente, sotto ogni aspetto. Di conseguenza, nell'atto di consacrazione i membri della M.I. supplicano l'Immacolata: “[Ti prego] di volermi accettare tutto e completamente come cosa e proprietà Tua, e di fare ciò che Ti piace di me e di tutte le facoltà della mia anima e del mio corpo, di tutta la mia vita, morte ed eternità”. L'anima che fa parte della Milizia dell'Immacolata, quindi, cessa di preoccuparsi eccessivamente anche della propria eternità. Riconosce che tutto ciò che non dipende dalla propria volontà viene dalla mano di Dio attraverso l'Immacolata e, per quanto sta in lei, cerca di fare tutto quel che può allo scopo di conoscere la volontà dell'Immacolata sempre più perfettamente e di compierla sempre più fedelmente, anche se ciò gli costasse molte sofferenze e sacrifici 2. Un'anima che si è effettivamente donata all'Immacolata fino a questo punto non può non esercitare un influsso nell'ambiente che la circonda, anche senza esserne consapevole. Essa, tuttavia, non si accontenta di questo, ma compie consapevolmente ogni sforzo e fa tutto il possibile per guadagnare anche altri all'Immacolata, affinché anche altri divengano come lei. Per questo appunto nell'atto di consacrazione essa prega l'Immacolata: “Disponi di me, se vuoi, di tutto me stesso, senza alcuna riserva, per compiere ciò che è stato detto di Te: "Ella ti schiaccerà il capo" [Gen 3, 15], come pure: "Tu sola hai distrutto tutte le eresie sul mondo intero" [ufficio della B.V. Maria], affinché nelle Tue mani immacolate e misericordiosissime io divenga uno strumento utile per innestare e incrementare il più fortemente possibile la Tua gloria in tante anime smarrite e indifferenti, e per estendere, in tal modo, quanto più è possibile, il benedetto Regno del Sacratissimo Cuore di Gesù; dove Tu entri, infatti, ottieni la grazia della conversione e della santificazione, poiché ogni grazia scorre, attraverso le Tue mani, dal Cuore dolcissimo di Gesù fino a noi”; e 3 aggiunge: “Concedimi di lodarTi, o Vergine Santissima. Dammi forza contro i Tuoi nemici”. Quest'anima desidera conseguire tutto ciò a proprie spese, a prezzo del proprio lavoro, a prezzo del sacrificio di ciò che possiede, del sacrificio di se stessa, fino allo spargimento dell'ultima goccia di sangue. Perciò essa è disposta a servirsi di tutti i mezzi leciti che il suo stato, le sue condizioni e le circostanze le permettono. Uno4 dei mezzi che aumenta notevolmente i risultati degli sforzi è l'unione fra anime come queste, allo scopo di tendere verso lo scopo con energie comuni.
Per questo è nata l'associazione della Milizia dell'Immacolata, la quale, perfino nella sua forma giuridica più semplice, che non richiede un'organizzazione più rigorosa, rende possibile alle anime non solo il lucrare le indulgenze concesse dalla Sede Apostolica, ma anche l'approfondimento dell'ideale della Milizia dell'Immacolata e la sua applicazione alle circostanze normali della vita concreta. Inoltre, mediante la sede centrale, possono altresì scambiarsi vicendevolmente i loro punti di vista e le loro intenzioni. Dunque, divenire sempre più proprietà dell'Immacolata, cercare di appartenere a Lei in modo sempre più perfetto e sotto ogni aspetto senza alcuna eccezione, cercare di approfondire sempre più la propria appartenenza a Lei fino al punto di poter illuminare, riscaldare e infiammare le anime che vivono nell'ambiente circostante, fino a renderle simili a sé, a conquistarle all'Immacolata, affinché esse pure appartengano a Lei senza restrizioni, e ciò per guadagnare in tal modo un numero sempre maggiore di anime, conquistare il mondo intero, ma conquistarlo nel più breve spazio di tempo possibile, quanto prima, quanto prima; fino ad approfondire sempre più questo ideale nelle anime che vivono e che vivranno in avvenire, e a non permettere a nessuno, neppure per breve tempo, di strappare da nessuna anima il vessillo dell'Immacolata: [ecco] il compito del milite dell'Immacolata. Divenendo, in tal modo, sempre più dell'Immacolata fino a conquistare, come cavaliere, schiere sempre più numerose di anime, e divenendo, attraverso l'Immacolata, proprietà di Gesù e, attraverso Lui, in modo sempre più perfetto, proprietà del Padre celeste, l'anima diviene sempre più milite dell'Immacolata, penetra sempre più profondamente nell'essenza della Milizia dell'Immacolata. p. M. Kolbe
Milizia Dell'Immacolata di Sicilia