SK 895 - Ai fratelli dimoranti fuori Niepokalanòw
Niepokalanòw, 16 VII 1940
Maria!
Miei cari Figli, Questa volta vi offro dei brani tratti da alcune lettere che ho ricevuto dai fratelli:
... È molto triste per me star lontano da voi e dalla nostra amata Niepokalanów, ma l'Immacolata provvederà a tutto questo. Non so se questa lettera vi arriverà, se vi sarà consegnata; ma se la
riceverete, vi prego di rispondermi. Non scriverò molto, perché non so se qualcuno di noi si trovi già
nella nostra amata e povera “cittadella dell'Immacolata”...
... Ci è giunta la notizia che Niepokalanów è già in attività; corrisponde al vero? Perché, “come
il cervo è attratto dalle sorgenti d'acqua, così i nostri cuori anelano” [cf. salmo 41, 2] alla vita del
convento. Vi preghiamo vivamente di farci sapere qualcosa al riguardo. Chiediamo una preghiera
all'Immacolata, affinché accompagni pure noi, suoi figli, al suo piccolo giardino.
Gloria all'Immacolata!
.. Anche se ci separassero paesi, mari, oceani, tuttavia i nostri cuori e le nostre anime sarebbero ugualmente congiunte dal comune fine di ogni uomo, dall'ideale e dallo scopo della Milizia
dell'Immacolata.
..
Provo una profonda sofferenza a non vivere insieme con voi entro il recinto della città dell'Immacolata.
Quanto più a lungo si protrae la mia permanenza fuori del convento, tanto più lo amo, tanto più
desidero tornarvi. Solo adesso vedo e sento di cuore che quello è il regno dell'Immacolata. E da lì
la sua amorevole protezione mi riempie l'anima di pace. Vivo di speranza e di amore in Lei. Senza
volerlo si sveglia nell'essere umano una specie di giovinezza, entra radiosa e serena una certa vitalità, una freschezza e una gioia che dispongono così piacevolmente l'anima e la elevano in alto verso il suo scopo. Talvolta il fervore si raffredda, il lavorio interiore diviene pesante, tanto che mi
prende una certa paura della mia incapacità, mi manca il coraggio di praticare le virtù...
... Chiedo scusa se è da tanto tempo che non scrivo. Non sapevo che a Niepokalanów ci fossero i fratelli. L'ho saputo oggi in città. Godo assai e ringrazio di cuore Maria Immacolata, che ha conservato la sua città. Tornerei molto volentieri, anche a piedi, ma non so se è possibile. Forse Lei,
Padre Guardiano, sarà tanto gentile da scrivermi, perché ho tanta nostalgia...
... In questo momento vivo con i miei genitori. Sto bene anche di salute. Solo ho una grande
nostalgia del vecchio avamposto, addirittura come quella che il bambino ha del seno materno
quando esso gli viene negato.
Da queste parti ci sono parecchi nostri fratelli i quali desidererebbero tornare a Niepokalanów in
qualsiasi istante.
... Di continuo mi tormenta il pensiero che il mio posto non è qui dove mi trovo attualmente, ma
che dovrei essere nel “recinto dell'Immacolata”.
A volte la nostalgia è così grande che non posso
fare a meno di piangere, ma è evidente che l'Immacolata permette queste difficoltà, affinché la mia
vocazione si consolidi sempre di più. Confido che, sotto la Sua protezione, vincerò facilmente tutte
queste difficoltà e giungerà il momento in cui potrò pregare liberamente ai Suoi piedi nella solitudine
del convento.
... Ora, mentre penso all'amata Niepokalanów, in un istante vorrei essere lì, fuggire dalla prigione di questo mondo, anche se la gente è solita chiamare prigioni i conventi. Prigioni? come sbagliano di grosso! Oh, se provassero a vivere in convento anche un mese solo, non vorrebbero più
uscire da questa amata prigione d'amore...
... La mia mammina mi porge una lettera che viene dal convento. Non credevo ai miei occhi,
solo dopo aver letto le prime parole: “Maria” e “Cari Figli”, mi sono convinto che non si trattava di
una illusione, ma della realtà.
Che cosa significhi per me questa lettera, non sono capace di esprimerlo, ma so che mi ha portato nuove energie per la lotta quotidiana, ha ravvivato l'amore e la riconoscenza verso la Madre
Santissima, per la protezione semplicemente miracolosa di cui mi circonda, soprattutto in questo
tempo di guerra; Ella chiuderà la bocca a coloro che in qualsiasi modo volevano spezzare la mia
fede in un ritorno all'antico genere di vita. Leggendo questa lettera, riconosco che noi servivamo veramente Iddio non per nostro tornaconto, anzi le fatiche e i sacrifici sono un nulla per noi, pur di
guadagnare anime all'Immacolata e diffondere così su tutta la terra l'amore verso di Lei...
... Non appena ho ricevuto questa lettera, l'ho aperta: ero certo che si trattava di una specie di
certificato o di salvacondotto per tornare nel “recinto dell'Immacolata”. Il cuore mi batteva dalla gioia
e dal pianto. Guardo e leggo il titolo: “Cari Figli” e la firma del M. Rev.do P. Guardiano. La serenità
mi pervade; l'immaginazione mi presenta innanzi l'amatissimo P. Guardiano, come fosse qui in piedi davanti a me - che sono abbandonato da genitori, sorelle e fratelli - e confortasse il mio cuore e il
mio spirito. Da questo momento è penetrata in me una nostalgia ancora maggiore per il “recinto
dell'Immacolata”. Quale felicità avete voi, amati fratelli, che potete lavorare insieme per l'Immacolata e partecipare ogni giorno alle funzioni e all'adorazione del santissimo Sacramento...
... Ho nostalgia del “recinto dell'Immacolata”, dove mi sentivo tanto felice...
... Sto bene di salute, ma provo nostalgia del nido materno...
... Inoltre, esamino attentamente le condizioni di vita di Niepokalanów, ma esse non mi spaventano... Desidero lavorare lì e soffrire insieme con voi per l'Immacolata, e La prego sempre per questo scopo...
... Soffro molto, ma sono contento di poter soffrire per Maria. Si è svegliata nel mio cuore anche
una grande nostalgia verso Niepokalanów. Penso sovente ad essa e vivo laggiù con la mia anima,
pregando l'Immacolata che mi dia la forza, e ho un'immensa fiducia, mentre sto sognando quel
grande e felice giorno del ritorno, per poter continuare a vivere per Maria, dopo di essermi chiuso
dentro la santa clausura...
... Quante cose ci sarebbero da raccontare se non sapessi che Lei, Molto Reverendo Padre
Guardiano, sa bene quali sentimenti di nostalgia accompagnano ogni vero religioso che, per qualsiasi motivo, si trova al di fuori delle mura del convento...
... Scrivo una lettera a Lei, Padre Guardiano; scrivo come un figlio al padre che lo ama. Per
mezzo dei voti la mia famiglia l'ho quasi abbandonata, il mio papà non vive più; chi allora sostituisce
il mio papà se non Lei, Padre Guardiano? Scrivo, perciò, con tutta franchezza, senza preoccuparmi
dello stile, ma solo dell'amore e del cuore, come un bambino diviso da suo padre e desideroso di
rivederlo e di ricongiungersi a lui con l'amore. Confesso che ho la tristezza nel cuore e le lacrime
agli occhi...
Era esatta l'espressione che Lei, Padre Guardiano, aveva detto durante una conferenza: “Un
religioso nel mondo si sente come un pesce fuor d'acqua”1. Lo sto sperimentando. Non c'è la s.
Comunione quotidiana e l'anima non ha più il suo alimento; il corpo, invece, impigrisce sempre più,
ma la cosa peggiore sono i rapporti quotidiani con la gente.
Qui con la mia mammina ho tutto quello che mi è indispensabile. La mamma mi vuole tanto bene ed è felice che io abbia scelto uno stato di vita tanto bello, tuttavia a casa mi trovo molto male;
vorrei andarmene al più presto...
Molto volentieri, quindi, se è possibile, vorrei tornare in convento e non mi preoccupo delle
condizioni che ci possono essere: sono pronto a tutto per Maria. Voglio amare l'Immacolata fino alla
morte ed essere Suo servo, anche se indegno, ma voglio servirLa sempre e irrevocabilmente e soffrire per Lei. Che importa, infatti, se il corpo deperisce, quando l'anima si fa più bella e rinvigorisce
per Colei a cui appartiene. Lo confesso sinceramente: preferisco un pezzo di pane nero in convento
che possedere ogni cosa nel mondo in mezzo alla gente; qui, infatti, il corpo si ingrassa, ma l'anima
si impoverisce.
In convento l'anima sta più al sicuro. C'è sempre l'obbedienza e si osservano più facilmente i
voti, soprattutto la castità. Desidero venire, quindi, anche subito. Non ho paura della fame, del freddo e nemmeno della sofferenza - poiché tutto questo è per Maria - anzi li desidero. Desidero continuare a tradurre completamente in pratica: “affinché nelle Tue mani immacolate e misericordiosissime io divenga uno strumento utile...”2.
... Sto bene, anche se a volte il tempo scorre molto lentamente e mi dispiace essere lontano da
Niepokalanów...
Cerco di mantenermi quello che ero prima e attendo con ansia quel momento, quel “vieni”, per
mettermi di nuovo al lavoro per Lei, ma con un'energia raddoppiata e uno zelo rinnovato.
Ogni giorno raccomando alla nostra Mammina il M. Rev.do P. Guardiano e i fratelli già presenti
a Niepokalanów, come pure quelli che si trovano fuori del suo recinto...
... Sono professo semplice, perciò desidero ritornare subito in convento...
La nostalgia della solitudine conventuale mi procura un dolore indicibile, la mancanza della
compagnia religiosa e delle conversazioni fraterne mi fa penosamente soffrire. Accanto a me non
ho nessuno dei miei confratelli religiosi, con i quali possa confidarmi, confortarci insieme, incorag-
giarci vicendevolmente ad una più volenterosa sopportazione di queste sofferenze morali. Le sofferenze fisiche, in effetti, sono niente in confronto a quelle che sto sopportando...
... La vita religiosa in mezzo al mondo, che da ogni parte tenta di introdursi a forza nell'anima di
un religioso, è dura sotto questo aspetto e suscita una grande nostalgia del convento...
Attendo con ansia il momento in cui mi nasconderò nuovamente dietro la clausura...
... Sotto l'aspetto spirituale le condizioni sono dure, la mancanza assoluta di alimento spirituale,
l'ambiente diverso, in una parola: è difficile. Non me la sento di attendere il momento in cui tutto
questo avrà fine; tuttavia, mi conformo alla volontà di Dio...
... Mi sono deciso a tutto, anche a tornare a Niepokalanów, perché la fame, il freddo e il martirio
si possono trovare ovunque... La mia anima desidera ormai stare in quel paradiso dove si è lavorato per tanti anni, anche per ricevere la palma del martirio...
... Siamo ancora in tempo di guerra e in qualsiasi momento possono sbatterci via, oppure farci
prigionieri, ma chi su questa terra avrebbe paura di soffrire per la causa dell'Immacolata? Eppure io
ho sofferto ancora troppo poco per Te, Mammina mia! Perciò, desidero soffrire qualcosa per amor
Tuo, accoglimi nella Tua schiera.
Ancora una volta vi supplico umilmente di darmi una risposta positiva, se questa è la volontà
dell'Immacolata.
... Ci siamo dispersi tutti, come le foglie d'autunno al soffio del vento, in tutte le direzioni, come
da tutte le direzioni eravamo venuti...
L'esistenza materiale qui mi è assicurata, in una parola: sto bene. Ma che cosa sarà dello spirito? Purtroppo, mi accorgo che lentamente esso si va spegnendo. È proprio difficile, molto difficile
per un religioso vivere nel mondo...
... Il Molto Reverendo Padre Guardiano era solito ripetere che fuori della porta del convento i
fratelli debbono fare i missionari. Da quanto sono stato in grado di rilevare, alcuni, con il proprio esempio, si sforzano davvero di farsi missionari; tuttavia, debbo dire con dolore che vi sono certi altri
che, con la loro vita, non danno alla gente il buon esempio, ma lo scandalo. È triste e spiacevole,
ma è proprio così. Secondo il mio parere e in base alle mie osservazioni, il motivo di fondo è che
quel dato religioso non era un buon religioso neppure a Niepokalanów. Subito dopo l'uscita dalla
clausura, ha cominciato a trascurarsi nella preghiera e nella meditazione e lentamente è diventato
quasi del tutto indifferente, tanto che il convento non lo attira per nulla, ma il peggio è che comincia
a fare meno attenzione ai voti religiosi e alla regola. Voglio qui rilevare e sottolineare che la preghiera per i fratelli che dimorano fuori di Niepokalanów è assai necessaria. Quei fratelli che fanno
l'adorazione al ss. Sacramento devono pregare molto e bene per i loro confratelli. Ad essi il Signore
concede la grazia di vivere in convento, dove c'è la possibilità di pregare molto. Gli altri questa grazia non l'hanno e per giunta sono esposti alle seduzioni mondane.
Coloro che dimorano in convento, perciò, preghino per i confratelli che vivono nel mondo...
Lo dica chi vuole che anche fuori del convento un religioso può essere un buon religioso. In base alla mia esperienza, invece, io sono di parere completamente diverso al riguardo. Un religioso
più o meno fervente, lo voglia o no, il mondo se lo plasma lentamente a modo suo, se vive nel suo
ambiente... Io preferisco essere pronto a tutto in convento, anche a mangiare una sola volta al giorno e perfino a morire di fame, piuttosto che possedere tutto e in abbondanza fuori del convento.
Vi prego di non meravigliarvi dei miei punti di vista, ma io parto dal presupposto che i miei voti li
ho fatti a Dio e non agli uomini e che debbo osservare tutto fino allo “iota” [cf. Mt 5, 18-19]. Ma in
convento è assai più facile osservare i voti che fuori...
Io credo che queste confidenze siano sincere. E lo sa anche l'Immacolata.
Chi, dunque, chiederete voi, può già tornare?
Colui che è pronto a tutto per l'Immacolata, anche a deporre davanti a Lei la propria vita in sacrificio, perché in Europa sta scorrendo ancora sangue ed è difficile sapere che cosa potrà capitare.
A dire il vero, nell'atto di consacrazione all'Immacolata noi ripetiamo che Ella faccia di noi “qualunque cosa Le piace”, il che non significa affatto non avere timori, ma fare affidamento esclusivamente su di Lei e chiedere con la preghiera le energie necessarie; tuttavia, dato che “la carne è debole” [Mt 26, 41; Mc 14, 38], non sempre essa ce la fa a camminare di pari passo con lo spirito,
perciò talvolta potrebbe succedere che qualcuno si penta di non essersi sottratto alla sofferenza.
Questa, dunque, è la condizione indispensabile.
Quanto, poi, agli aspiranti che intendono tornare, la Curia Provinciale non mi ha dato ancora
un'autorizzazione generale ad accoglierli. Le richieste particolari, comunque, si risolvono caso per
caso. Inoltre, molti fratelli si trovano al di là delle frontiere e si sforzano inutilmente di giungere a
Niepokalanów; a costoro non rimane altro che pregare e trovare qualche rimedio, ma non affliggersi, perché anche in questo vi è la Volontà di Dio, la Volontà dell'Immacolata. Anche in quelle parti
essi debbono proclamare con la loro vita la gloria dell'Immacolata. Se da parte loro, per quanto è
possibile, si sforzeranno di non trascurare le pratiche della vita religiosa, possono stare sicuri che
nemmeno l'Immacolata si dimenticherà di loro, li assisterà amorevolmente e avrà cura del loro progresso interiore, tanto che loro stessi non patiranno alcun danno e aiuteranno gli altri ad avvicinarsi
a Lei.
Perciò, anche se non c'è un obbligo stretto, tuttavia chiunque è disposto a tutto e desidera tornare definitivamente, può già farlo.
Sarebbe opportuno preavvertire con una lettera.
Vostro fr. Massimiliano M. Kolbe
Un po' di notizie da Niepokalanów 3.
Dato che non tutti hanno avuto la possibilità di ricevere la precedente lettera con le notizie, ripeterò brevemente quanto avevo già scritto in quell'occasione.
I fratelli attualmente presenti sono appena la terza parte del precedente numero complessivo
degli abitanti di Niepokalanów, che raggiungeva quasi la cifra di ottocento.
Il “quadrato”, il settore del vestiario (“COP”), il noviziato, il seminario missionario minore sono
ancora occupati dai profughi, i quali, però, un po' alla volta, se ne stanno ormai andando.
Dei 1.500
di prima ne sono rimasti appena la metà. Questi sono “Volksdeutsche”4; in precedenza c'erano qui
2.000 polacchi e 1.500 ebrei. Allorché una trentina di fratelli - che erano rimasti a Niepokalanów per
avere cura della cappella e provvedere il nutrimento, il vestiario e i soccorsi sanitari ai profughi - furono deportati in Germania con il P. Guardiano [Massimiliano] e P. Vicario [Pio Bartosik], furono lasciati soltanto tre fratelli addetti alle cure dei feriti nel piccolo ospedale [del convento].
Subito dopo il rilascio dei deportati, avvenuto il giorno dell'Immacolata Concezione, il motore
elettrico fu messo in azione, la luce elettrica è tornata ad illuminare i locali e le vie del convento,
mentre i cuori si sono ridestati ad un nuovo fervore per continuare a lavorare insieme alla conquista
di tutti coloro che vivono sulla faccia della terra all'Immacolata, Regina non solo del cielo, ma anche
della terra.
A dire il vero, ogni anima consacrata all'Immacolata può lavorare anche da sola per attirare a
Lei le anime di altri fratelli, ma come religiosi noi abbiamo il diritto e il dovere di vivere in un convento e di santificare noi stessi e di attirare gli altri alla santità comunitariamente, osservando in modo
perfetto i nostri voti religiosi.
La missione al di fuori del convento è buona e necessaria, ma non è priva di pericoli neppure
per lo stesso missionario. Lo aveva sperimentato anche s. Paolo allorché scrisse: “Tratto duramente il mio corpo e lo trascino in schiavitù, perché non succeda che, dopo aver predicato agli altri,
venga io stesso squalificato” (1 Cor. 9, 27). E le ultime esperienze confermano questa verità in tutta
la sua pienezza.
La stampa non è ancora stata ripresa; manca l'autorizzazione persino per il Rycerz, nonostante
le pressanti sollecitazioni. Ultimamente abbiamo rinnovato le insistenze.
Però, l'attività più importante è in pieno svolgimento, vale a dire la preghiera. Alle pratiche precedenti si è aggiunta l'adorazione perpetua al Santissimo Sacramento, che già da molto tempo si
desiderava attuare. Inizialmente a turni di due, poi di quattro e ora sei fratelli ogni mezz'ora si alternano per tutto il giorno; e così durante l'intera giornata scorre ininterrottamente un torrente di preghiera, la più grande potenza dell'universo, capace di trasformare noi e di cambiare la faccia del
mondo.
La seconda potente leva, la sofferenza, attualmente non funziona molto, poiché l'infermeria è
quasi vuota.
Si sono trasferiti alla Niepokalanów celeste:
1) fr. Cirillo, condannato dai medici alla morte già prima della guerra;
2) fr. Bonfiglio, morto nel sanatorio di Otwock, che ha lasciato dietro di sé, in mezzo a coloro
che lo circondavano, la viva impressione di aver compiuto in modo eccezionalmente fervoroso una
missione di pazienza e di vita santa;
3) fr. Giuseppe Sposo, che era tornato con il tifo e ha concluso in maniera esemplare la sua esistenza;
4) dalla Siberia ci è giunta notizia della morte di fr. Celestino Sowa, avvenuta proprio il venerdì
santo: ha avuto una ricaduta nella tubercolosi, di cui si era curato in convento;
5) fr. Amato, che dimorava presso la sorella e, mentre stava andando a prendere il latte per i
bambini, venne arrestato dalle truppe d'occupazione e fucilato;
6) fr. Rodrigo, morto di polmonite in casa dei genitori. Per ciascuno di questi membri di Niepokalanów bisogna recitare 2 corone francescane.
Inoltre, della nostra Provincia religiosa, hanno condotto a termine il loro pellegrinaggio terreno i
padri: Giulio, Teodoro, Anatolio, Luigi, nonché i fratelli: Ugolino Luca, Giovanni Battista e Silvestro.
Per ognuno di questi una corona, secondo le prescrizioni dell'Ordine.
L'attività non ha mutato la sua caratteristica fondamentale, non solo riguardo allo scopo di conquistare il mondo intero all'Immacolata, ma pure riguardo alla caratteristica della povertà, poiché
anche in questi momenti offriamo disinteressatamente, caritatevolmente il nostro lavoro a tutti coloro che lo chiedono e accettiamo offerte da parte di tutti coloro che vogliono spontaneamente collaborare con noi; quindi, non c'è né industria, né commercio, ma la missione dell'Immacolata.
La materia prima, oppure l'equivalente in natura o in denaro è fornita dagli interessati.
Benché questo sistema di scambio prevalentemente spirituale, di benevolenza e di carità soprannaturale, invece che materiale, sia piuttosto una caratteristica celeste, tuttavia, per quanto è
possibile, è una pianticella che può crescere anche in questo mondo materiale e materializzato.
L'autosufficienza interna di una volta ha ormai varcato la soglia del convento e viene in soccorso di tutti i dintorni.
E così la sezione dell'alimentazione, oltre a provvedere ai poveri e alle persone di passaggio,
non solamente prepara i pasti per il campo dei profughi, ma fa anche il pane, spreme l'olio, provvede gli ortaggi e, in questo momento, sta allestendo in grande stile una centrale per la lavorazione
del latte.
La sezione addetta al vestiario dispensa indumenti, biancheria e scarpe ai poveracci che bussano alla porta e confeziona molto vestiario per la gente di fuori.
Ci è di grande ostacolo la mancanza di materia prima.
La sezione sanitaria oltre ai profughi accoglie ancora decine di altri malati che vengono da fuori
del convento. Provvede ad essi i medicinali, mentre gli infermieri si recano anche nelle case dei dintorni per curare i malati costretti a letto.
Anche in convento è sorto un piccolo ospedale per la gente.
I segretariato M.I.P.5 ha trasferito il proprio ufficio presso la portineria nuova e riceve lavoro per
l'intera Niepokalanów. Raccoglie in media 50 richieste al giorno.
Nel settimo reparto6 è stato ampliato assai il laboratorio fotografico che sviluppa fino a 800 fotogrammi diversi alla settimana.
Talvolta lavorano anche più di 12 ore al giorno.
È stata potenziata pure la sezione dei mezzi di lavoro.
È riuscita a riparare ormai molti attrezzi e macchine, soprattutto agricole, e non è in grado di
eseguire tutto il lavoro in tempo.
In questo momento, ad esempio, ecco le macchine in attesa:
9 trebbiatrici da rimettere completamente a nuovo,
9 trebbiatrici nuove,
3 trebbiatrici a vapore da rimettere a nuovo,
8 argani da riparare,
9 da fare nuovi,
6 trinciaforaggi da riparare,
3 vagliatrici nuove,
3 seminatrici da rimettere a nuovo,
4 trattori da rimettere a nuovo,
2 automobili da rimettere a nuovo e molte altre macchine.
E così, soprattutto l'officina di montaggio, quella del fabbroferraio e il laboratorio di tornitura lavorano qualche volta fino a tarda notte.
L'officina per le biciclette e il laboratorio di orologeria completano il quadro.
Davanti alla segheria c'è una gran quantità di tronchi da segare. (vedi foto)
Nella falegnameria il lavoro è intenso ed è difficile osservare le scadenze per le consegne.
L'officina del cemento produce mattoni forati e tubi.
Si è messo in azione il laboratorio di scultura, (vedi foto) e quello di pittura e un centinaio di
statuette dell'Immacolata di nostra fabbricazione ha già varcato la porta del convento.
Anche qui le richieste superano assai la capacità produttiva.
Accludo alcune illustrazioni (10 fotografie).
Dal Giappone comunicano che quella Niepokalanów è stata elevata al rango di Commissariato7.
Commissario è p. Samuele, vice-Commissario p. Mieczyslaw, Guardiano p. Donato.
Grazie all'Immacolata la Sua Mugenzai no Sono ha aperto una nuova classe nel seminario
missionario minore ed è riuscita a rendersi autosufficiente sotto l'aspetto economico. Si potrà pensare più facilmente ad una nuova Niepokalanów.
Forse sarà quella cinese, oppure quella indiana o
qualche altra. Preghiamo affinché l'Immacolata voglia affrettare il momento di questa nuova fondazione.
Qualche notiziola:
Il nuovo maestro dei fratelli novizi, p. Pio - recentemente nominato dalle autorità di Roma, in
sostituzione dell'assente p. Nicodemo - inizierà il noviziato il 7 settembre.
In agosto devono emettere i voti solenni 70 fratelli, dei quali appena 27 son riusciti a giungere
in convento.
A Cracovia un nuovo gruppetto di chierici ha ricevuto l'ordinazione sacerdotale; tra essi alcuni
provengono dal seminario missionario minore di Niepokalanów8.
Il P. Giubilato [Simone Łas], nonostante l'età avanzata, fr. Camillo, nonostante la grave malattia
di cuore, e i fratelli Ilario e Samuele, nonostante la diceria sulla loro morte, sono vivi e dimorano in
convento.
Preghiamo, cari Figli, ognuno singolarmente preghi con fervore e molto, per tutti e per ciascuno
in particolare, affinché nessuno di noi si indebolisca interiormente e si mondanizzi, ma affinché
possiamo tutti attuare in noi stessi i piani che Dio aveva in vista allorché permise gli attuali tempi
eccezionali per il mondo.
Nota 895.1 Nelle conferenze ai fratelli di Niepokalanòw prima del settembre 1939, p. Massimiliano parò più volte della
grazia della vocazione religiosa e dei mezzi di apostolato in mezzo alla gente, qualora la comunità fosse stata dispersa
- ad esempio il 16 III 1938, il 7 I 1939 e in altre occasioni.
Nota 895.2 Espressione contenuta nell'atto di consacrazione all'Immacolata, composto dap. Massimiliano - cf. SK 37.
Nota 895.3 Il fratello segretario fu coredattore di questa lunga aggiunta - cf. SK 892, nota 2.
Nota 895.4 Erano, durante l'ultima guerra mondiale, i cittadini di quegli stati europei occupati dai tedeschi, che avevano
dichiarato, per l'origine germanica, la propria appartenenza alla popolazione tedesca - MSJP, p. 875.
Nota 895.5 M.I. per la Polonia
Nota 895.6 Il settimo reparto dell'organizzazione interna di Niepokalanòw era quello della riproduzione. Nota 895.7 Cf. SK 890, nota 2.
Nota 895.8 Il 7 VII furono ordinati sacerdoti: p. Cesare Baran, p. Stefano Leitholz, p. Ladislao Rygu a p. Bogumi Talarek e p. Damiano Tyniecki.
Milizia Dell'Immacolata di Sicilia