SK 544 - A p. Anselmo Kubit, Cracovia Mugenzai no Sono, 26 XI 1933
Maria! Reverendissimo Padre Provinciale! Ho letto da capo a fondo la lettera del 5 u.s. Tuttavia, prima di scrivere qualcosa al Vescovo [di Verapolis, in India], vorrei sapere con maggior esattezza come debbo procedere. In questo problema, infatti, si possono distinguere due cose: l'erezione e la donazione. L'erezione [della casa religiosa] compete ancora alla Curia Generale e alla Sede Apostolica, mentre per quanto riguarda la donazione la decisione spetta soltanto alla Provincia. Le questioni, quindi, sono diverse. Il problema dell'erezione ha concluso la fase preparatoria di orientamento il giorno in cui spedìi alla Curia Provinciale la relazione su quanto avevo visto e sentito, ed è entrato nella fase giuridica nel momento in cui la Curia Provinciale si è rivolta ufficialmente (la richiesta fu inoltrata in modo ufficiale - afferma l'ex-P. Provinciale [Cornelio Czupryk]) - alla Curia Diocesana per interpellarla su questa faccenda; sempre ufficialmente la Curia Diocesana aveva inviato il “consensum” (richiamandosi addirittura al canone1). Il cambiamento dei superiori non può in nessun modo influire sulla validità di tali atti. Di conseguenza, la Curia Diocesana può al massimo meravigliarsi del fatto che il “beneplacitum apostolicum” non sia ancora arrivato dopo tanto tempo. È proprio opportuno, quindi, fare quel passo2 prima di ottenere il “beneplacitum”? È conforme alla legge? Inoltre, neppure la proposta di donazione è un atto personale dell'Arcivescovo, ma “cum Consultorum Dioecesanorum voto”. È opportuno, quindi, soprattutto dopo una risposta favorevole a tale offerta da parte della Curia Provinciale (il problema delle persone che rappresentano gli uffici in questo caso non ha alcun rilievo), avanzare nuovamente il dubbio che tale atto non sia più valido? D'altra parte, in linea di massima, sarebbe meglio, forse, non legarsi a nessuna “condizione” e “obbligo” in vista di una più ampia libertà di sviluppo, come è nelle Niepokalanów polacca e giapponese. In Giappone ci decidemmo a scegliere un luogo stabile di abitazione solo un anno dopo il nostro arrivo e dopo che avevamo conosciuto le condizioni locali. Non sarebbe meglio attendere anche in India la soluzione definitiva di tale problema al momento dell'arrivo sul posto? Quanto ad una casa missionaria in luogo di un convento, allora ci sarebbe probabilmente una parrocchia alle dipendenze di un Vescovo estraneo3, oppure una circoscrizione territoriale missionaria, nel qual caso, in ultima analisi, non basteranno certo uno o due Padri. D'altra parte, avendo un convento, possiamo prepararci nel modo migliore anche ad accettare un territorio. Propaganda dà sovvenzioni per tali circoscrizioni territoriali, ma a condizione che noi, dopo aver aggiunto il nostro contributo, ci ritiriamo per lasciare ogni cosa al clero secolare indigeno. Quanto poi alla necessità di aiuto finanziario, io credo che, se noi non saremo infedeli alla causa dell'Immacolata e non mescoleremo ad essa altri scopi, potremo guardare con serenità verso l'avvenire, poiché l'Immacolata non cesserà di condurre avanti la propria opera. Qualora noi venissimo meno al nostro impegno, ma nello stesso tempo Ella non togliesse ancora la Sua opera dalle nostre mani, allora, per Sua misericordia, Ella ci farebbe comprendere la necessità di ritornare sulla retta via mediante una riduzione delle offerte. Quanto alla persona del fondatore, in questo caso si potrebbe prendere p. Floriano. Egli sembra pronto a tutto per l'Immacolata; inoltre non ci farà perder la riputazione e per di più ha già esperienza in questo campo di lavoro. P. Giustino, ad esempio, potrebbe ormai prendere il posto di p. Floriano con buon risultato.
Ho scritto con franchezza tutto quello che penso; ora la prego di volermi rispondere con tutta libertà, comunicandomi ciò che debbo fare per questo problema, poiché desidero unicamente quello che gradisce l'Immacolata. Le chiedo la serafica benedizione fr. Massimiliano M. Kolbe PS - I PP. Cappuccini e un istituto femminile hanno fondato in quella regione una casa religiosa per raccogliere vocazioni, dato che ve ne sono molte e buone; perciò anche noi laggiù non dovremo attendere troppo a lungo le vocazioni indigene, come invece capita qui in Giappone.
Nota 544.1 Cf. SK 537, allegato n. 2.
Nota 544.2 Scrivere nuovamente all'Arcivescovo di Verapolis in India, come chiedeva il Ministro Provinciale - si veda l'inizio di questa lettera.
Nota 544.3 Vescovo diocesano, non appartenente all'Ordine dei Frati Minori Conventuali. “
Milizia Dell'Immacolata di Sicilia