SK 1277 - Perché la M.I.? Perché il Rycerz? Perché Niepokalanów? Mugenzai no Sono, poco prima del 16 X 1934 1
Perché la M.I.? Correva l'anno 1917. In Italia la massoneria era molto attiva. Durante le celebrazioni per l'anniversario di Giordano Bruno essa si permise perfino di sbandierare uno stendardo su cui era raffigurato s. Michele Arcangelo sotto i piedi di Lucifero trionfatore. Sotto le finestre del Vaticano furono issati gli “stracci” massonici; volantini distribuiti un po' ovunque affermavano che la polizia italiana era in dovere di fare irruzione in Vaticano, mentre una mano maligna aveva scritto: “Il diavolo governerà in Vaticano e il Papa gli farà da guardia svizzera”, ecc., ecc. A quattrocento anni dalla ribellione di Lutero e a duecento dagli inizi della massoneria. In una povera celletta chiusa a chiave, ma a conoscenza del superiore2, nel Collegio Internazionale di Roma, sette giovani chierici, vestiti del saio e cinti del cordone francescano, con al fianco delle sciabole spirituali, cioè le corone francescane, esaminarono i punti del primo statuto della Milizia dell'Immacolata. Al di sopra di essi, tra due candele accese, era stata posta una statuetta dell'Immacolata. Raccogliendo questi giovani e inesperti religiosi, l'Immacolata sapeva già fin d'allora che, nel corso dell'anno, avrebbe stretto due di essi3 al suo Cuore immacolato e materno, in paradiso; che non molto tempo dopo anche un terzo4 si sarebbe incamminato dietro a quei due; che gli altri si sarebbero sparsi per il mondo; che a costoro si sarebbero uniti altri, in numero sempre maggiore; che al giorno d'oggi il loro numero avrebbe raggiunto ormai quasi il milione5. Ella sapeva che alcuni avrebbero operato con maggiore o minore impegno; che altri si sarebbero raccolti in modo più organizzato, allo scopo di assoggettare a Lei le anime più facilmente, con maggiore efficacia e con energie comuni, secondo il pensiero di statuti adeguati; che altri ancora avrebbero infranto ogni barriera nella consacrazione a Lei, compresa perfino quella di chiudersi nel Suo “giardino”6, allo scopo di sacrificare la vita intera esclusivamente per Lei. Inoltre, i Suoi cavalieri non si sarebbero limitati a difendere la fede, ma si sarebbero mossi all'attacco, all'offensiva, per conquistare le roccheforti nemiche; avrebbero avanzato però nutrendo nel cuore un amore senza limiti verso il prossimo, l'amore stesso dell'Immacolata, anche se il prossimo non solo fosse stato straniero, di razza o di colore diversi, ma addirittura nemico aperto della religione, dell'Immacolata, di Dio. E avanzano con l'odio, un odio implacabile, quell'odio che l'Immacolata stessa nutre nei confronti del male, del peccato, anche se leggero. Ogni conversione e ogni passo sulla via della santificazione sono opera della grazia, mentre la dispensatrice di tutte le grazie che sgorgano dal Sacratissimo Cuore di Gesù altri non è che la Madre Sua, l'Immacolata; perciò, quanto più un'anima si avvicina a Lei, con tanta maggiore abbondanza attinge a tali grazie. Di conseguenza, la nostra missione fondamentale è quella di avvicinare le anime a Lei, di condurre Lei alle anime. E non si tratta neppure del fatto che dobbiamo essere assolutamente noi soli a fare ciò, ma del fatto che ciò deve avvenire al più presto possibile. Ecco lo scopo della M.I. E perché i Rycerz? Quando la M.I. aveva raggiunto ormai la Polonia ed avevano fatto la loro apparizione le prime pagelle d'iscrizione stampate, a Cracovia un gruppetto abbastanza numeroso di fedeli si iscrisse subito ad essa e contemporaneamente ebbe inizio l'attività tra i confratelli. Ogni mese i primi aderenti alla Milizia dell'Immacolata si raccoglievano nella “Sala Italiana”, attigua alla chiesa dei PP. Francescani, dove, con opportune conferenze, approfondivano sempre più le loro conoscenze sull'Immacolata e si istruivano sul modo di lavorare per Lei; durante tali incontri venivano iscritti nuovi candidati.
Ma poco tempo dopo quella saletta si dimostrò troppo piccola; molti, poi, non potevano partecipare ai raduni a motivo dei loro impegni. Inoltre, andavano aumentando i nuovi membri provenienti dai sobborghi più lontani di Cracovia e da fuori città. A costoro si poteva provvedere solo con la parola stampata e spedita a casa. E per questi motivi ebbe origine il primo numero del Rycerz Niepokalanej, con sedici pagine senza copertina e con il seguente avviso dell'amministrazione: “Per mancanza di un capitale di riserva, per il momento non possiamo assicurare ai gentili lettori la consegna regolare del Rycerz Niepokalanej. Ciò dipenderà dalla raccolta, in tempo utile, del denaro necessario per la pubblicazione del numero successivo”7. Questo lo scopo de Rycerz. Ma l'Immacolata sapeva già fin d'allora che tredici anni più tardi esso sarebbe stato stampato con la copertina azzurra e in tiratura di 700.000 copie, e che avrebbe svolto l'attività missionaria in nazioni pagane. Ad ogni modo in quel momento Ella sapeva già assai di più... E perché Niepokalanów? Da Cracovia il Rycerz si trasferì a Grodno, dove, nel corso di cinque anni, riempì talmente di macchine e di attrezzi vari tutti i locali liberi del convento, che il reparto di composizione dovette uscire in un corridoio aperto, mentre era divenuto insufficiente anche il locale per i fratelli che erano impegnati esclusivamente per l'attività del Rycerz. L'Immacolata, perciò, ci costrinse a volgerci attorno alla ricerca di una sede più ampia; e così ebbe inizio Niepokalanów... Ma Ella era già al corrente di tutte queste cose fin da quell'anno 1917, allorché aveva volto lo sguardo su quei pochi religiosi, ignari del futuro, che stavano ai Suoi piedi. Ella conosceva già fin d'allora le anime che, abbandonando la famiglia, si sarebbero consacrate a Lei a Niepokalanów. Ella era già a conoscenza di Mugenzai no Sono, era a conoscenza pure di... Ella sapeva tutte queste cose già 17 anni fa. Ma che cosa avrà visto per il giorno del venticinquesimo anno della Sua M.I.? del cinquantesimo? del centenario?... p. Massimiliano Kolbe
Ho scritto [questo articolo] a Mugenzai no Sono.
Nota 1277.1 Dal penultimo capoverso si deduce che p. Massimiliano scrisse il presente articolo inedito in occasione del 17 anniversario della fondazione della M.I., vale a dire nell'ottobre del 1934.
Nota 1277.2 P. Stefano Ignudi, rettore del collegio teologico internazionale dei Frati Minori Conventuali. Nota 1277.3 P. Antonio Glowinski, morto ad Assisi il 18 X 1918, e fr. Antonio Mansi, morto a Roma il 31 X 1918, ambedue per febbre spagnola. Nota 1277.4 P. Girolamo Biasi, morto a Camposampiero (Padova) il 20 VI 1929, per tubercolosi.
Nota 1277.5 Alla fine del 1935 gli iscritti alla M.I. non superavano il mezzo milione.
Nota 1277.6 Ossia Niepokalanow. Nota 1277.7 SK 993 .
Milizia Dell'Immacolata di Sicilia