La Medaglia Miracolosa - Milizia dell'Immacolata di Sicilia

Milizia dell'Immacolata di Sicilia
MILIZIA DELL'IMMACOLATA DI SICILIA
Maria e Kolbe
Dal 16 ottobre 1917
Dal 16 ottobre 1917
Milizia dell'Immacolata
di Sicilia
maria e Kolbe
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Stemma mariano

La Medaglia Miracolosa


SK 1042 - Il 27 novembre    
Rycerz Niepokalanej, XI 1923, p. 161-165 Kalendarz Rycerza Niepokalanej, a. 1925, p. 52-57

In questo mese si compiono ormai novantatré anni dal tempo in cui l'Immacolata consegnò al mondo una propria medaglia, chiamata universalmente “miracolosa”, a motivo delle innumerevoli grazie e miracoli di conversione, che Ella ha operato per suo mezzo.  Il fatto avvenne a Parigi, al n. 140 di via “du Bac”, nella casa madre delle Suore della Carità.  La fortunata anima alla quale l'Immacolata affidò questa missione fu la giovane novizia Caterina Labouré.  Caterina vide la luce il 2 maggio 1806 nel villaggio di Foin-le-Moutiers, nella regione montagnosa di Cote d'Or. I suoi genitori, onesti contadini, diedero ai figli un'educazione molto religiosa.

All'età di 8 anni ella perse la madre e si mise ancor di più sotto la protezione della Ss. Vergine Maria.  A 12 anni si accostò alla prima s. comunione nella chiesa parrocchiale di s. Giovanni e quando la sorella maggiore entrò nella congregazione delle Suore della Carità, la giovane Zoe (questo era il suo nome di battesimo) si dedicò con tutto il proprio zelo alle faccende domestiche.  Nel fondo della sua anima, tuttavia, germogliava e cresceva il desiderio di un'altra vita, di una vita consacrata totalmente a Gesù.  Un sogno strano la confermò ancor di più in questo proposito.  Per rendere possibile tale progetto, all'età di 18 anni imparò a leggere e a scrivere, e finalmente nell'anno 1830, nonostante gli impedimenti che si accumulavano gli uni sugli altri, dopo aver trascorso il periodo di postulantato, entrò in noviziato.  Nella sua infantile semplicità ella bramava assai di vedere ancora in questa vita la Ss. Vergine Maria e pregava ardentemente il proprio angelo custode, s. Vincenzo e la Vergine Immacolata, per ottenere tale grazia.  Nella notte tra il 18 e il 19 luglio senti chiaramente una prima, una seconda e una terza voce che la chiamava: “Suor Labouré”.  Piena di meraviglia sollevò la tenda che stava presso il suo letto e vide un bambino di 4-5 anni, di straordinaria bellezza, che le disse: “Va' in cappella, la Ss. Vergine è là che ti aspetta”.  E poiché suor Caterina esitava ad eseguire la raccomandazione, per timore di svegliare le altre religiose che dormivano nel dormitorio comune, le disse: “Non aver paura di nulla: sono le undici e mezza, dormono tutte e io ti accompagnerò”. Suor Caterina si vestì in fretta e seguì la celeste guida.

Il bambino espandendo attorno a sé raggi di luce, la introdusse in cappella, dove, con sua grande meraviglia, trovò tutte le candele e le lampade accese.  Poi, ritirandosi da un lato, quel bambino risplendente disse: “Ecco c'è la Santissima Vergine”. Nello stesso istante suor Caterina udì un leggero fruscio proveniente dal lato sinistro dell'altare, quello dell'epistola, e scorse una Signora di meravigliosa bellezza, che si avvicinò alla sedia del sacerdote direttore della congregazione e vi si sedette.  Accanto stava appeso un quadro di s. Anna. L'abito della Signora dell'apparizione era molto simile al vestito di s. Anna dipinto sul quadro.  Per questo suor Caterina esitava.  Allora il bambino le disse con severità: “Non è permesso, forse, alla Regina del cielo apparire ad una creatura povera e mortale nella maniera che preferisce?”.  Dopo queste parole suor Caterina non dubitò più che si trattasse della Madre Santissima; con confidenza e amore si gettò ai suoi piedi e con infantile semplicità posò le mani sulle Sue ginocchia. Ecco come la religiosa descrive l'impressione provata in quel momento: “In quell'istante provai il sentimento più dolce della mia vita e mi è impossibile esprimerlo. La Ss. Vergine mi insegnò come dovevo sopportare le sofferenze e, indicando con la mano sinistra l'altare, mi esortò ad aprire il mio cuore mettendomi lì in ginocchio e aggiunse che ivi avrei trovato ogni conforto necessario.  

Quindi proseguì dicendo: 'Figlia mia, voglio affidarti un incarico; a motivo di esso, per la verità, dovrai soffrire molto, ma, ricordando che tutto sarà per Iddio, vincerai facilmente.  Sperimenterai delle contrarietà, ma la grazia divina sarà con te, non aver paura di nulla, manifesta con semplicità e fiducia tutto ciò che ti capiterà.  Vedrai alcune cose, godrai di una particolare illuminazione durante le tue meditazioni; lo riferirai a colui che dirige la tua coscienza'.  “Dopo di che chiesi alla Ss. Vergine di spiegarmi le cose che avevo già visto.  Ella mi rispose: 'I tempi, figlia mia, sono molto cattivi; grandi sciagure si abbatteranno sulla Francia; il trono crollerà e tutto il mondo conoscerà tribolazioni di ogni genere (la Ss. Vergine sembrava molto rattristata nel dir queste parole).  Tu, però, avvicinati ai gradini dell'altare, da dove le grazie si effonderanno su tutti... su tutti coloro, piccoli e grandi, che le domanderanno.  Verrà un momento in cui il pericolo sarà grande, tutto sembrerà perduto; ma allora io sarò con voi, abbiate fiducia; conoscerete la mia visita, la protezione di Dio e di s. Vincenzo su tutte due le congregazioni. Solo abbiate fiducia e non perdete coraggio, io voglio essere con voi. Nelle altre congregazioni (a queste parole apparvero delle lacrime negli occhi della Ss. Vergine) e tra il clero di Parigi vi saranno delle vittime.  Mons. Arcivescovo morirà (qui la Madonna versò altre lacrime).  La croce, figlia mia, sarà oltraggiata, buttata per terra, il fianco di Nostro Signore sarà nuovamente trafitto, le strade cosparse di sangue e il mondo intero immerso nella tristezza'.  “La Ss. Vergine non poté più proseguire, un dolore profondo si era dipinto sul suo volto”.  Allora nella mente di suor Caterina si presentò la domanda: “Quando avverrà tutto questo?”.  E una voce interiore le disse chiaramente: “Tra 40 anni”.  E negli anni 1870 e 1871 quelle predizioni si avverarono realmente.  Poi la Ss. Vergine fece a suor Caterina molte altre raccomandazioni, riguardanti il confessore e la congregazione delle Suore della Carità e alla fine ripeté ancora: “Nondimeno, si abbatteranno spaventosi flagelli e grandi saranno i pericoli, ma non abbiate paura di nulla: la protezione di Dio veglia qui in modo particolare e s. Vincenzo vi aiuterà (lo sguardo della Ss. Vergine continuava ad essere triste). Io stessa sarò accanto a voi, il mio occhio è sempre rivolto su di voi, effonderò su voi molte grazie”.  Nel racconto di questa apparizione suor Caterina soggiunge ancora: “Queste grazie le ricevono soprattutto coloro che le domandano, ma bisogna chiederle con la preghiera... con molta preghiera... Non so dire - ella prosegue - quanto tempo io sia rimasta con la Ss. Vergine.  Tutto quello che posso aggiungere è che, dopo aver conversato a lungo con me, Ella scomparve come un'ombra che passa”.  Dopo la scomparsa della Ss. Vergine, il bambino celeste le si avvicinò nuovamente e le disse: “Non c'è più”.  Dopo di che la riaccompagnò in dormitorio. “Credo - prosegue la religiosa - che quel bambino sia stato il mio angelo custode, poiché lo avevo supplicato con insistenza di impetrarmi la grazia di vedere la Ss. Vergine. Ritornai a letto e sentii che l'orologio suonava le due, ma non mi riaddormentai più”.  La manifestazione vera e propria della medaglia miracolosa, tuttavia, avvenne il 27 novembre.

Così la descrive suor Caterina:  “Il 27 novembre, sabato precedente la prima domenica di avvento, mentre di sera stavo facendo la meditazione in profondo silenzio, mi parve di sentire quasi il fruscio di un abito di seta, che mi giungeva dalla parte destra del santuario, e vidi la Ss. Vergine accanto al quadro di s. Giuseppe; era di statura media, ma di una bellezza talmente straordinaria che mi è impossibile descriverla.  Stava in posizione eretta ed era vestita di un abito bianco con riflessi rossastri, simile a quello che di solito portano le vergini, vale a dire abbottonato al collo e con maniche strette.  Un velo bianco le copriva il capo e le scendeva da ambo i fianchi sino ai piedi.  La sua fronte era ornata di una piccola fascia di pizzo sottile che aderiva strettamente ai capelli. Aveva la faccia abbastanza scoperta e sotto i suoi piedi vi era il globo terrestre, o piuttosto un emisfero, poiché vedevo solo una metà del globo.  Le sue mani, sollevate fino alla cintola, reggevano delicatamente un altro globo terrestre (simbolo di tutto l'universo); teneva gli occhi rivolti verso il cielo, come se volesse offrire a Dio l'universo intero; il suo volto irradiava un fulgore sempre più intenso.

“Improvvisamente apparvero sulle sue dita degli anelli preziosi ornati di gemme di grande valore, dalle quali uscivano dei raggi luminosi che si spandevano in tutte le direzioni; tali raggi La circondavano di tale splendore che la sua faccia e il suo abito divennero invisibili.  Le gemme preziose erano di varia grandezza, mentre i raggi che uscivano da esse spargevano una luce relativamente più o meno intensa.  “Non sono capace di esprimere tutto quello che sentìi e provai in quel breve periodo di tempo.  “Mentre, affascinata dalla vista della Ss. Vergine Maria, stavo mirando attentamente la maestà di Lei, la Ss. Vergine volse il suo benevolo sguardo su di me, mentre una voce interiore mi diceva: il globo terrestre che tu vedi rappresenta il mondo intero ed ogni singola persona.  “A questo punto non son più in grado di descrivere l'impressione che provai alla vista dei raggi che splendevano in modo meraviglioso.  Allora la Ss. Vergine mi disse: ‘I raggi che tu vedi emanare dalle palme delle mie mani sono il simbolo delle grazie che spando su coloro che me le domandano’ e con questo mi fece capire quanto è grande la sua generosità verso coloro che ricorrono a Lei...  Quante grazie concede a tutti coloro che La invocano!...

A questo punto perdetti i sensi, tutta assorta nella felicità...  Poi la Ss. Vergine, che aveva le mani rivolte verso terra, fu circondata come da una cornice ovale, sulla quale apparve la seguente scritta a caratteri d'oro:  O Maria concepita senza peccato, prega per noi, che ricorriamo a Te.  “Poi sentii una voce che mi disse: ‘Fa' coniare una medaglia secondo questo modello; tutti coloro che la porteranno riceveranno grandi grazie, particolarmente se la porteranno al collo.  Elargirò numerose grazie a coloro che confideranno in me’.

“A questo punto - continua a raccontare la religiosa - mi sembrò che il quadro si voltasse.  E sull'altro lato vidi la lettera ‘M’, dal centro della quale si ergeva una croce, mentre al di sotto del monogramma della Ss. Vergine vi erano: il Cuore di Gesù circondato da una corona di spine e il Cuore di Maria trafitto da una spada”.  Suor Caterina vide per la terza volta la Vergine Immacolata nel dicembre dello stesso anno. In questa occasione, però, la Ss. Vergine stava sopra il tabernacolo.  Attorno a Lei si leggeva la seguente iscrizione in oro: “O Maria concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a Te”.

Al di sopra di Lei apparve il disegno del rovescio della medaglietta, vale a dire la lettera “M” con la croce sopra i due cuori di Gesù e di Maria. La Madre Divina le raccomandò nuovamente di far coniare una medaglietta secondo il modello che le aveva mostrato.  Il racconto di questa apparizione termina così: “È impossibile esprimere ciò che provai mentre la Ss. Vergine offriva a Dio il mondo intero, come pure ciò che avvertii in me stessa allorché fissai lo sguardo su di Lei.  Sentii nuovamente la voce interiore che mi disse: ‘Questi raggi sono simbolo delle grazie che la Ss. Vergine otterrà per coloro che gliele domanderanno’”.  Poi, prevedendo la grande venerazione di cui la Ss. Vergine Maria Immacolata sarebbe stata oggetto da parte di tutti, Caterina esclamò a gran voce e in modo del tutto spontaneo: “Oh, quanto sarà piacevole, quanto sarà piacevole sentire: Maria è la Regina del mondo intero! E tutti i suoi figli ripeteranno: Ella è la Regina di ciascuno di noi!”.   
Rycerz Niepokalanej XI 1923
icona mariana
Milizia dell'Immacolata di Sicilia
Via Noce. 126 Palermo
Milizia dell'Immacolata di Sicilia
Via Noce,126 Palermo
icona di maria immacolata
presso i locali della Parrocchia "Sacro Cuore"
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